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11 Sep 2015
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In this post I wish to explain a bit about Perl related ebuilds in Gentoo and how to update from perl-core to virtual/perl without conflicts.
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First of all the core distribution of Perl is included in dev-lang/Perl along with modules.
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The perl-core category in portage contains ebuilds for perl modules, some of which are included in the core perl distibution. The perl-core ebuilds overrides the perl-core modules such that you can update them without recompiling dev-lang/Perl.
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Each perl-core module has a corrensponding virtual/perl-* package. The virtual category is used by portage when emerging to take into account that a module can be either provided by dev-lang/perl package or found in perl-core category.
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So, what to do in case of blocks when upgrading your Gentoo machine?
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Perl-cleaner is a package provided to get rid of these blocks and to migrate from perl-core to virtual/perl-*.
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emerge perl-cleaner
+emerge dev-lang/perl
+perl-cleaner --all
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if you still have problems when upgrading @world you add a backtrack option
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emerge -uDN --backtrack=30 @world
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or you can unmerge all perl-core packages and then finally upgrade world
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emerge --unmerge perl-core/*
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This will remove all perl-core packages that virtual/perl-* packages will bring back if needed.
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+ Francesco Mecca
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07 Jul 2015
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Premessa
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La Rivoluzione Digitale ha toccato la societa` in tutti i suoi aspetti, e fra questi ha anche minato le fondamenta di un settore, quello dell’informazione, alle fondamenta della nostra societa`.
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La decentralizzazione delle fonti di informazione, che avviene attraverso i blog e le piattaforme online, la micro messaggistica istantanea e i tweet, i social media, ma piu` in generale tutti gli strumenti che Internet ci offre, hanno mutato radicalmente non solo il modo di fare giornalismo, ma il rapporto del cittadino digitale con l’informazione cartacea e digitale.
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Per questo abbiamo posto 12 domande a Carla De Girolamo, vicecaporedattore di Panorama, basandoci sulle parole di Luca de Biase, il quale afferma che nel mondo dell’editoria la Rivoluzione Digitale e` stata una rivoluzione di tre nature: Francese, Copernica e Industriale.
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Societa`, Economia, Mezzi
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1. Che business model ci sono nell’editoria dopo l’entrata del digitale?
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Sul business model digitale c’e` ancora molta poca chiarezza, e non solo in Italia. Mentre c’e` la percezione netta che l’evoluzione normale della stampa sara` digitale, manca ancorala capacita` di mettere a frutto questa idea. Da un lato, tutti si aspettano di trovare online contenuti gratis. Dall’altro, gli investitori (che sulla carta sono disposti a spendere cifre consistenti per una pagina pubblicitaria), per Internet pagano meno di un decimo di quelle cifre. Quindi c’e` una grande spinta all’evoluione digitale dei contenuti, ma per ora non e` un modello di business sostenibile.
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2. Ogni giorno ricevete piu` visite dai dispositi mobili o dai computer o tradizionale cartaceo?
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Decisamente prevale il digitale. Mobile e fisso sono ormai quasi equivalenti, il mobile tra pochissimo prevarra`, dati i trend costanti di crescita.
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** 3. Anna Masera ci ha mostrato che nonostante le regole del giornalismo siano rimaste le stesse, sono emersi nuovi ruoli, come ad esempio quello del social media manager. Che evoluzione ha subito il ruolo del giornalista?
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Per ora in Italia ci sono figure di giornalisti che si evolvono, e che integrano alle capacita` e competenze tradizionali altre funzioni. Quindi una persona che normalmente si occupava di “desk”, per il lavoro online deve anche diventare social media manager, photo editor, videomaker… Insomma si assommano più funzioni in una sola persona, e a mio avviso e` la parte migliore e più divertente del lavoro sul settore digitale.
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4. La Rivoluzione Digitale quali basi ha tolto al giornalismo? Quali ne ha create?
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Il giornalismo di qualita` resta tale, anche sul digitale. Deve pero` necessariamente evolversi e, come detto, arricchirsi di nuove funzioni e nuove capacita`.
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5. Prima dell’arrivo di Internet il giornalismo per molti aspetti equivaleva all’informazione. Ora ci sono nuovi media che si stanno appropriando di questa tautologia?
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No. Prolifera l’informazione dei blog, anche grazie alla diffusione attraverso i social, ma le fonti più qualificate e più accreditate restano quelle dei grandi giornali.
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6. Che strumenti fornisce Internet per costruire un tipo di informazione solida in una societa`
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costretta a cambiamenti cosi` veloci e spesso violenti?
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Internet offre la possibilita` di confrontare in tempi rapidissimi diverse fonti, quindi di approfondire un argomento guardandolo da diverse angolazioni
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7. Sono in crisi i giornali o i giornalisti?
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E` in crisi la carta stampata. E quindi, di conseguenza, i giornalisti rischiano di perdere autorevolezza e indipendenza.
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8. I giornalisti di Panorama hanno delle linee guida per il comportamento da tenere online?
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Le linee guida sull’accuratezza e la serieta` dell’informazione e sul rispetto per i lettori non cambiano. Cambiano i modi di scrivere per il settore digitale rispetto al cartaceo.
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** 9. Come e` cambiato il rapporto interdipendente fra giornalisti ed utenti/lettori?
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Grazie ai social media il rapporto e` molto più stretto e immediato. Non tutti i giornalisti purtroppo sono ancora pronti a cogliere questa opportunita`.
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** 10. Le regole del giornalismo sono davvero rimaste le stesse?
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Assolutamente si`.
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** 11. Si puo` affermare che ora grazie ad Internet le 5 W alla base del giornalismo sono state passate ai cittadini?
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No. I cittadini possono fare a loro volta informazione, ma difficilmente le 5W sono soddisfatte dagli articoli di un blog personale
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12. Secondo Stefano Quintarelli con i nuovi social media il “fatto” si e` trasformato in
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“opinione”, nel senso che il ruolo e l`importanza del primo ora e` stata oscurata dall’imporsi del secondo. Quanto c’e` di vero in questa frase?
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Non può esserci opinione senza l’approfondimento di un fatto. Che quindi rimane prioritario.
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- Ringraziamo Carla de Girolamo e tutta la redazione di Panorama per il tempo a noi dedicato.
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Francesco Mecca
diff --git a/_site/page4/index.html b/_site/page4/index.html
index da5f5af..e6a9a3e 100644
--- a/_site/page4/index.html
+++ b/_site/page4/index.html
@@ -129,6 +129,131 @@
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07 Jul 2015
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Premessa
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La Rivoluzione Digitale ha toccato la societa` in tutti i suoi aspetti, e fra questi ha anche minato le fondamenta di un settore, quello dell’informazione, alle fondamenta della nostra societa`.
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La decentralizzazione delle fonti di informazione, che avviene attraverso i blog e le piattaforme online, la micro messaggistica istantanea e i tweet, i social media, ma piu` in generale tutti gli strumenti che Internet ci offre, hanno mutato radicalmente non solo il modo di fare giornalismo, ma il rapporto del cittadino digitale con l’informazione cartacea e digitale.
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Per questo abbiamo posto 12 domande a Carla De Girolamo, vicecaporedattore di Panorama, basandoci sulle parole di Luca de Biase, il quale afferma che nel mondo dell’editoria la Rivoluzione Digitale e` stata una rivoluzione di tre nature: Francese, Copernica e Industriale.
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1. Che business model ci sono nell’editoria dopo l’entrata del digitale?
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Sul business model digitale c’e` ancora molta poca chiarezza, e non solo in Italia. Mentre c’e` la percezione netta che l’evoluzione normale della stampa sara` digitale, manca ancorala capacita` di mettere a frutto questa idea. Da un lato, tutti si aspettano di trovare online contenuti gratis. Dall’altro, gli investitori (che sulla carta sono disposti a spendere cifre consistenti per una pagina pubblicitaria), per Internet pagano meno di un decimo di quelle cifre. Quindi c’e` una grande spinta all’evoluione digitale dei contenuti, ma per ora non e` un modello di business sostenibile.
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2. Ogni giorno ricevete piu` visite dai dispositi mobili o dai computer o tradizionale cartaceo?
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Decisamente prevale il digitale. Mobile e fisso sono ormai quasi equivalenti, il mobile tra pochissimo prevarra`, dati i trend costanti di crescita.
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Per ora in Italia ci sono figure di giornalisti che si evolvono, e che integrano alle capacita` e competenze tradizionali altre funzioni. Quindi una persona che normalmente si occupava di “desk”, per il lavoro online deve anche diventare social media manager, photo editor, videomaker… Insomma si assommano più funzioni in una sola persona, e a mio avviso e` la parte migliore e più divertente del lavoro sul settore digitale.
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5. Prima dell’arrivo di Internet il giornalismo per molti aspetti equivaleva all’informazione. Ora ci sono nuovi media che si stanno appropriando di questa tautologia?
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No. I cittadini possono fare a loro volta informazione, ma difficilmente le 5W sono soddisfatte dagli articoli di un blog personale
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12. Secondo Stefano Quintarelli con i nuovi social media il “fatto” si e` trasformato in
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“opinione”, nel senso che il ruolo e l`importanza del primo ora e` stata oscurata dall’imporsi del secondo. Quanto c’e` di vero in questa frase?
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06 Jun 2015
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Recentemente l’Associated Press ha dichiarato che sono stati avvistati numerosi aerei americani che volavano a bassa quota nei pressi di alcune città americane. Dopo averli tracciati si è scoperto che gli aerei erano in possesso dell’FBI, che ne aveva menzionato ben 115 nel documento di bilancio federale del 2009.
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Per molti anni questi aerei avevano aiutato l’FBI con le operazioni di sorveglianza al suolo, ora invece sono stati equipaggiati con telecamere hi-tech e dispositivi in grado di tracciare migliaia di telefoni e risalire ai propri possessori anche se non si stanno effettuando chiamate, anche se a quanto detto dall’agenzia quest’ultima tecnologia è usata raramente.
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Charles Grasseley, presidente della commissione Giustizia del Senato, ha detto: “E’ importante che le forze dell’ordine abbiano gli strumenti essenziali per rintracciare e catturare i criminali, ma quando un’operazione monitora anche i cittadini americani che non sono sospettati, dobbiamo essere sicuri di salvaguardare la libertà degli americani innocenti”.
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L’FBI ha dichiarato che l’attrezzatura degli aerei serviva per investigazioni in corso e non per la sorveglianza di massa, associando a questi aerei 13 compagnie fittizie come FVX Research, KQM Aviation, NBR Aviation e PXW Services. Queste finte aziende vengono utilizzate per proteggere la sicurezza dei piloti, l’FBI ha detto e per proteggere anche l’identità del velivolo in modo che i sospetti sul terreno non sanno che sono seguiti.
-Per vedere il documento pubblico clicca qui
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Ma l’FBI non è stata la prima ad adottare questi metodi, infatti la DEA, Drug Enforcement Administration, ha anche registrato imprese fittizie, secondo un rapporto dell’ ispettore generale 2011 del Dipartimento di Giustizia.
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Aspetti fondamentali del programma del FBI sono trattenuti dal pubblico nelle versioni censurate di rapporti ufficiali da ispettore generale del Dipartimento di Giustizia, e l’FBI è stata anche attenta a non rivelare i suoi voli di sorveglianza in atti giudiziari. L’agenzia non dirà quanti aerei sono attualmente nella sua flotta.
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Nel corso delle ultime settimane sono stati rintracciati aerei della flotta del FBI su più di 100 voli su almeno 11 stati più il Distretto di Columbia, incluse parti di di Boston, Chicago, Dallas, Houston, Minneapolis, Phoenix, Seattle e California del sud.
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Alcuni voli orbitavano attorno grandi edifici chiusi per lunghi periodi in cui la fotografia aerea sarebbe meno efficace che i segnali di raccolta elettronica
-David Gomez, un ex agente dell’FBI , ha detto che il velivolo di sorveglianza dell’FBI sono utilizzati per aiutare la sorveglianza a terra, permettendo agli agenti durante un inseguimento di rimanere indietro e non far saltare la copertura.
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L’FBI ha chiesto di non divulgare i nomi delle compagnie finte, ma l’Associated Press ha rifiutato la richiesta perchè queste sono elencate in documenti pubblici e in database governativi.
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Le forze dell’ordine hanno detto che gli avvocati del Dipartimento di Giustizia hanno approvato la decisione di creare società fittizie e che la Federal Aviation Administration era a conoscenza della pratica. L’FBI ha messo in pratica questi metodi sin dal tardo 1980, secondo un rapporto del 1990 della General Accounting.
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- Eugenio Corso
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