NSA e le intercettazioni telefoniche


immagine presa da wikipedia

L’NSA (National Security Agency) è un organo governativo degli USA che si occupa della sicurezza all’interno della nazione, tutelandola da eventuali attacchi. La sua nascita si ebbe quando il presidente della commissione Herbert Brownell pensò che le comunicazioni all’interno delle forze armate dovevano essere coordinate meglio (anche se dopo il ruolo dell’NSA fu esteso alla nazione), così nel giugno del 1952 il presidente Truman l’ autorizzò.

<div class="MsoNormal" style="text-align:justify;">
  <span style="background:white;font-family:Arial, sans-serif;"><br /></span>
</div>

<div class="MsoNormal" style="text-align:right;">
  <span style="background:white;font-family:Arial, sans-serif;"><br /></span>
</div>

<div class="MsoNormal" style="text-align:justify;">
</div>

<div class="MsoNormal" style="text-align:justify;">
  <span style="background:white;font-family:Arial, sans-serif;">La NSA per assolvere al suo compito può controllare buona parte del traffico telefonico americano, e proprio per questo è stata soggetto di diversi eventi, come ad esempio <a href="http://www.nytimes.com/2005/12/16/politics/bush-lets-us-spy-on-callers-without-courts.html">l’articolo</a> del New York Times nel quale diceva che, sotto pressione della Casa Bianca e con un ordine esecutivo del presidente Bush, la NSA aveva condotto delle intercettazioni telefoniche non autorizzate sui cittadini che chiamavano al di fuori del paese, nel tentativo di ostacolare il terrorismo. La pubblicazione di questo articolo fu posticipata di un anno perché la Casa Bianca chiese di non pubblicarlo al momento, dato che avrebbe potuto compromettere l’operazione, facendo sapere ai potenziali nemici di essere controllati.</span>
</div>

<div class="MsoNormal" style="text-align:justify;">
  <span style="background:white;font-family:Arial, sans-serif;"><br /></span>
</div>

<div class="MsoNormal" style="text-align:justify;">
  <span style="background:white;font-family:Arial, sans-serif;">Subito questa rivelazione provocò un grosso scandalo in tutto il paese, il senatore <span class="apple-converted-space"> </span>Arlen Specter e il congressista Rob Simmons si schierarono contro, dichiarando che ciò era <span class="apple-converted-space"> </span>violazione della legge e abuso dei diritti costituzionali, infatti secondo la legge “<i><u>Le comunicazioni da, verso o riguardo ad un cittadino statunitense&#8230; non possono essere raccolte intenzionalmente senza autorizzazione</u>”.</i> Il presidente Bush successivamente fece un discorso nel quale confermava di aver autorizzato le intercettazioni senza mandato, e giustificava la situazione dicendo che erano misure opportune per la sicurezza nazionale, e che avrebbe fatto il possibile per tutelare i cittadini fintato che fosse esistita la minaccia di al-Quaeda. Gran parte della popolazione non prese bene la notizia, infatti i cittadini americani ormai erano controllati dal governo, il quale infrangeva le leggi costituzionali sulla privacy dell’individuo, giustificando il tutto dicendo che era per il bene della nazione.</span>
</div>

<div class="MsoNormal" style="text-align:justify;">
</div>

<p>
  <div class="MsoNormal" style="text-align:justify;">
    <span style="background:white;font-family:Arial, sans-serif;">Un altro importante evento è quello che riguarda le due grandi compagnie telefoniche americane AT&T e Verizon, che, come mostrato da Edward Snowden, hanno installato delle tecnologie per copiare, scannerizzare e filtrare gran parte del loro traffico telefonico. A tal proposito la New York State Common Retirement Found e la Trillium Asset Management hanno presentato richiesta alle due aziende di pubblicare il numero di richieste che le compagnie ricevono per le informazioni sui clienti ogni sei mesi. La compagnia AT&T è stata avvertita che questo tipo di collaborazione potrebbe ostacolare le sue ambizioni a espandersi in Europa, e un suo portavoce ha replicato che la compagnia guarda le proposte degli azionisti, ma non vuole esprimersi in merito, mentre la Verizon ha dichiarato di stare valutando la proposta.</span><span></span><br /><span style="background:white;font-family:Arial, sans-serif;"><br /></span><span style="background:white;font-family:Arial, sans-serif;">Fonti: <a href="http://www.theguardian.com/business/2013/nov/21/investors-att-verizon-customer-data-nsa">www.theguardian.com</a></span>

    <div style="text-align:right;">
      <span style="background:white;font-family:Arial, sans-serif;"><br /></span><span style="background:white;font-family:Arial, sans-serif;"><br /></span><span style="background:white;font-family:Arial, sans-serif;">Gabriele Corso</span>
    </div>
  </div>



Google afferma di essere pronta a dare agli utenti android più controllo sulla privacy


articolo tradotto da bloomberg.com

Google inc. sta progettando di dare ai suoi utenti android più controllo riguardo a quali informazioni le applicazioni possono accedere, hanno affermato le persone che si occupano di ciò.

Il sistema operativo android di Google è impostato per dare agli utenti una scelta più dettagliata a quali contenuti possono accedere le app, secondo le richieste delle persone, che hanno chiesto di non essere identificate affinchè la faccenda rimanga privata. Questo potrebbe includere foto, contatti o la posizione. Un annuncio del cambiamento, che metterebbe Android più in linea con l’ iOS Apple Inc., è previsto per la conferenza degli sviluppatori di Google in San Francisco questo mese, ha detto una delle persone.

immagine presa da slidetomac.com

La Mountain View, società con sede in California l’anno scorso ha semplificato come le persone siano informate su ciò a cui un app sta accedendo. Sono gli utenti a decidere se l’app può essere scaricata. La nuova impostazione da la possibilità all’utente di scegliere a cosa può accedere un’app.

Google sta aggiungendo alcune funzionalità per i propri servizi di telefonia mobile che cerca di attirare gli utenti che sempre più vanno su Internet tramite i loro dispositivi wireless. L’Android ha avuto l’81% del mercato mondiale degli smartphone mentre l’Apple il 15%, secondo Gartner Inc.

La pressione su Android cresce in alcune parti del mondo. Nei cinque paesi più gandi d’Europa, la sua quota è scesa al 69 per cento nel primo trimestre dal 72 per cento rispetto all’anno precedente, secondo Kantar worldpanel.com. La quota per iOS è salita al 20,3 per cento dal 18,6 per cento, Kantar ha riferito.

Eugenio Corso



La prima volta non si scorda mai!


Questa e` un’ intervista fatta da noi del blog per noi del blog dove descriviamo la nostra prima esperienza nel Web, le nostre prime impressioni e le avventure che in questi anni ci hanno aiutato a maturare confidenza e consapevolezza in Internet.

 
A che eta` hai utilizzato per la prima volta il computer?
 

Francesco: Mi ricordo che la prima volta che un computer varco` la soglia di casa era l'anno 2000 poiche` i miei genitori per lavoro si son trovati e si trovano tutt'ora ad usare giornalmente il computer ed ogni tanto permettevano anche a me di giocarci un pochino. A 6 anni ricevetti come regalo un grigio computer fisso che divenne da allora il mio personale. 

Eugenio:
La prima volta che utilizzai il computer avevo circa 10 anni, prima l’avevo visto solo utilizzare ai miei genitori, poi quando incominciai a fare le medie iniziai a utilizzare il computer per imparare a usare power point, con il quale scrissi e presentai la tesina degli esami di terza media, e questo mi fece acquisire una certa familiarita’ con il computer, anche se molto limitata.
 

Gabriele: La prima volta che ho utilizzato il computer ero un po’ piccolo, risale a nove anni fa e avevo dieci anni, spinto dalla curiosità di questo nuovo oggetto misterioso, mi piacque molto sin da subito, ovviamente a causa della presenza dei giochi, che erano le uniche cose che a quell’epoca usavo, naturalmente ero ignaro del suo vero potenziale e lo vedevo solo come un oggetto di divertimento.

 
fonte

Quando ti sei approcciato ad Internet la prima volta e cosa ti ha spinto? 
 

Francesco: Facevo la seconda elementare quando in casa arrivo` un modem ISDN 128kb/s e nel 2004 adottammo la banda larga con Telecom. Ero incuriosito dal mondo del Web che per me rappresentava il grande mare che Ulisse navigava con il suo equipaggio. 
La curiosita` e` stato il principale motivo del mio approdo nel mondo del Web e tutt’ora mi spinge ad affrontare nuove sfide tecnologiche.
 

Eugenio: Risale al periodo in cui iniziai le medie la prima volta che andai su internet, il motivo fu che I professori chiedevano di fare ricerce su vari tipi di argomenti e io trovai comodo andare su Internet per trovare le informazioni che mi servivano, visto che sapevo di poterle trovare istantaneamente li’. Così, dopo aver chiesto il permesso ai miei genitori, aprii internet explorer e iniziai a navigare nel Web.
 

Gabriele: Qualche tempo dopo aver iniziato a utilizzare il computer venni a conoscenza di questo immenso mondo virtuale al quale si poteva accedere avendo una connessione. Il motivo principale era quello di dover fare una ricerca per la scuola, e internet risultava lo strumento perfetto per ciò a causa della grande quantità di dati che contiene e dell’immediatezza con cui si possono reperire.

 
 
Internet e Web: come si e` sviluppata in te la consapevolezza che non fossero la stessa cosa? 
 

Francesco: Inizialmente non ero cosciente che Internet fosse solo la base su cui si fonda il Web e che in realta` si completa con molti altri strumenti; quando organizzavo con i miei compagni LAN party e giocavamo in rete locale iniziai a chiedermi se effettivamente Internet avesse molto altro da offrire che le sole pagine online (indicizzate dai motori di ricerca) e cosa c’era al di la` del Web che fino ad allora conoscevo.
 

Eugenio: Questa consapevolezza l’ho sviluppata non all’inizio, ma con il passare del tempo aumentando la mia esperienza con il computer, ma fin dai primi anni di utilizzo capivo che c’era una distinzione tra I due grazie anche al fatto dell’utilizzo di messanger o la posta elettronica, in breve mi rendevo sempre piu’ conto che il web era solo una piccola parte di Internet e dei servizi che puo’ offrire che va oltre le pagine Web da visitare.
 

Gabriele: Col passare del tempo e usando sempre più il computer, mi resi conto che quello che io chiamavo internet era un insieme più vasto di quel che pensavo. La consapevolezza venne quando scoprii che non si poteva solo visitare siti, ma anche che esistevano servizi di posta elettronica per poter inviare le e-mail, oppure altri dove poter scaricare tutto ciò di cui avevo bisogno.

 
 fonte
fonte
 Ti sei mai reso sentito di far parte di una nuova classe che molti definiscono con il termine “nativi digitali”? 

Francesco: Sono cresciuto con il computer e i computer sono cresciuti con me. Tecnicamente sono un nativo digitale, mi sono sempre approcciato alle nuove tecnologie con molto interesse e un’ innata naturalezza. Mi sento figlio del digitale ma non mi sento allineato con la visione che i grandi giganti della rete hanno adottato e stanno cercando di diffondere. Spesso il web mi offre rifugio, spesso sono io stesso che lo rifuggo. 

Eugenio:
All’inizio no, pensavo che usare il computer e saperne utilizzare gli strumenti base fosse una cosa normale che tutti sapessero fare, ma poi mi accorsi che non era cosi`, il fatto che io sapessi utilzzare il computer sin da bambino e che mi ci trovassi a mio agio era legato al fatto di far parte di un periodo storico che ha visto I computer sempre piu` presenti nella vita quotidiana delle persone. Quindi quelli nati nel mio stesso periodo vedevano i computer come una cosa che e` sempre stata presente nella nosta quotidianita`,per questo molti ci definiscono con il termine “nativi digitali”, mentre le persone che appartengono a generazioni passate si sono trovate a fare i conti con questa nuova tecnologia a loro poco familiare e con cui, magari, hanno avuto difficolta’ ad approcciarsi. 


Gabriele: Non e` un pensiero che e` nato subito quello di far parte della classe dei nativi digitali, si riscontra col tempo, quando scopri che il modo di crescere delle persone di generazioni precedenti era diverso, perche` non avevano nessun rapporto con la tecnologia perché era meno presente, infatti per noi e` qualcosa che siamo abituati a vedere sin da piccoli e ci cresciamo, mentre le altre generazioni hanno visto e vissuto il cambiamento dovendosi adattare.

  
fonte
In questi anni il tuo rapporto con Internet e` sicuramente cambiato. Che punto di vista hai maturato? Pensi di aver maturato una “coscienza digitale” consapevole?
 

Francesco: Nei primi anni tutta la mia attivita` informatica si concentrava nello scoprire cosa internet aveva da offrire. Appena venni a conoscenza del protocollo Bittorrent (era appena il 2004) iniziai ad approfondire il vasto campo del p2p e la condivisione online dei contenuti. La maggior parte del tempo la trascorrevo provando e approfondendo vari protocolli di messaggistica, scambio dati e successivamente, con gli strumenti necessari, algoritmi crittografici. 
Nei primi anni Internet e` stato per me un cappello magico dal quale potevo estrarre conigli o nascondere me stesso. Dalle scuole medie in poi scopri nel mondo digitale un tempio di cultura e di conoscenza (non sempre ortodossa e ancora piu` affascinante). A partire dalla diffusione del “Web 2.0” la mia coscienza digitale e` evoluta sempre piu` in fretta mentre vedevo una piccola parte del mio mondo invasa dai “colossi” dell’industria moderna che per per un ingenuo ragazzo liceale, quale io ero, non avevano ancora peso. Mentre lo spazio in rete si restringeva la mia consapevolezza del mondo digitale aumentava: tutt’ora assisto a cambiamenti forti nel panorama dell’informatica che si discostano dalla mia visione, e dal mio utilizzo del web, ma che per il principio di azione e reazione mi fanno comprendere chi sono e che tipo di nativo digitale voglio essere.

Eugenio: Sicuramente il mio rapporto con internet e` cambiato nel corso degli anni, infatti nei primi tempi usavo internet per fare ricerche sul web o chattare con I miei amici tramite servizi quali messenger, ma con il passare del tempo divenni sempre piu` consapevole dei servizi che internet offriva, iniziai a informarmi su argomenti di attualita’ o che mi interessavano, giocare a giochi online o anche in rete locale con amici, fare acquisti su vari siti di e-commerce e intrattenermi sulle varie piattaforme che si possono trovare che si sono sostituite alla televisione. Posso dire dal mio punto di vista che internet e` senz’altro un vastissimo luogo che offre molte occasioni sia di crescita culturale, vista la quantita’ di informazioni che vi si possono trovare, sia personale, poiche` e` anche un luogo di incontro tra persone che si confrontano tra loro, anche se a volte possono trovarsi contenuti espliciti. Vista l’importanza di internet e` bene maturare una coscienza diditale quanto piu` consapevole per far in modo che le nostre azioni sulla rete siano eticamente corrette e quindi evitare di scaricare file piratati, o evitare azioni di cyberbullismo contro altre persone e tutti quei comportamenti che possono danneggiare gli altri. 

Gabriele: Crescendo ovviamente il mio rapporto con Internet e` cambiato, mentre prima quando ero piccolo lo usavo per giocare, col passare del tempo ho scoperto che Internet e` molto di piu`, mette in contatto le persone, è un mezzo per la diffusione di informazioni, musica e molto altro. Oggi lo uso principalmente per i social, ascoltare musica, comprare articoli e anche quando posso restare informato. Durante questi anni e` cambiata anche la mia considerazione su Internet, infatti pensavo erroneamente che fosse un posto innocuo, ma mi dovetti ricredere perche` non è un luogo adatto a tutti a causa dei contenuti espliciti che contiene. Per quanto riguarda la coscienza digitale questa è una caratteristica che si può sviluppare una volta che si è a conoscenza di averla, perché ogni cosa che facciamo su Internet ha un peso, grande o piccolo che sia, e dobbiamo esserne a conoscenza per limitare eventuali danni o per trarne beneficio, infatti personalmente ogni volta che faccio qualcosa su Internet mi chiedo sempre quali potrebbero essere le conseguenze della mia azione, cosa che dovrebbe fare chiunque. 

Francesco Mecca, Eugenio Corso, Gabriele Corso