Caught in the Net

La prima volta non si scorda mai!

Questa e` un’ intervista fatta da noi del blog per noi del blog dove descriviamo la nostra prima esperienza nel Web, le nostre prime impressioni e le avventure che in questi anni ci hanno aiutato a maturare confidenza e consapevolezza in Internet.

 

A che eta` hai utilizzato per la prima volta il computer?

 

Francesco: Mi ricordo che la prima volta che un computer varcola soglia di casa era l’anno 2000 poiche i miei genitori per lavoro si son trovati e si trovano tutt’ora ad usare giornalmente il computer ed ogni tanto permettevano anche a me di giocarci un pochino. A 6 anni ricevetti come regalo un grigio computer fisso che divenne da allora il mio personale. 

Eugenio:
La prima volta che utilizzai il computer avevo circa 10 anni, prima l’avevo visto solo utilizzare ai miei genitori, poi quando incominciai a fare le medie iniziai a utilizzare il computer per imparare a usare power point, con il quale scrissi e presentai la tesina degli esami di terza media, e questo mi fece acquisire una certa familiarita’ con il computer, anche se molto limitata.
 

Gabriele: La prima volta che ho utilizzato il computer ero un po’ piccolo, risale a nove anni fa e avevo dieci anni, spinto dalla curiosità di questo nuovo oggetto misterioso, mi piacque molto sin da subito, ovviamente a causa della presenza dei giochi, che erano le uniche cose che a quell’epoca usavo, naturalmente ero ignaro del suo vero potenziale e lo vedevo solo come un oggetto di divertimento.

 

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Quando ti sei approcciato ad Internet la prima volta e cosa ti ha spinto? 

 

Francesco: Facevo la seconda elementare quando in casa arrivo` un modem ISDN 128kb/s e nel 2004 adottammo la banda larga con Telecom. Ero incuriosito dal mondo del Web che per me rappresentava il grande mare che Ulisse navigava con il suo equipaggio. 
La curiosita` e` stato il principale motivo del mio approdo nel mondo del Web e tutt’ora mi spinge ad affrontare nuove sfide tecnologiche.
 

Eugenio: Risale al periodo in cui iniziai le medie la prima volta che andai su internet, il motivo fu che I professori chiedevano di fare ricerce su vari tipi di argomenti e io trovai comodo andare su Internet per trovare le informazioni che mi servivano, visto che sapevo di poterle trovare istantaneamente li’. Così, dopo aver chiesto il permesso ai miei genitori, aprii internet explorer e iniziai a navigare nel Web.
 

Gabriele: Qualche tempo dopo aver iniziato a utilizzare il computer venni a conoscenza di questo immenso mondo virtuale al quale si poteva accedere avendo una connessione. Il motivo principale era quello di dover fare una ricerca per la scuola, e internet risultava lo strumento perfetto per ciò a causa della grande quantità di dati che contiene e dell’immediatezza con cui si possono reperire.

 

 

Internet e Web: come si e` sviluppata in te la consapevolezza che non fossero la stessa cosa? 

 

Francesco: Inizialmente non ero cosciente che Internet fosse solo la base su cui si fonda il Web e che in realta` si completa con molti altri strumenti; quando organizzavo con i miei compagni LAN party e giocavamo in rete locale iniziai a chiedermi se effettivamente Internet avesse molto altro da offrire che le sole pagine online (indicizzate dai motori di ricerca) e cosa c’era al di la` del Web che fino ad allora conoscevo.
 

Eugenio: Questa consapevolezza l’ho sviluppata non all’inizio, ma con il passare del tempo aumentando la mia esperienza con il computer, ma fin dai primi anni di utilizzo capivo che c’era una distinzione tra I due grazie anche al fatto dell’utilizzo di messanger o la posta elettronica, in breve mi rendevo sempre piu’ conto che il web era solo una piccola parte di Internet e dei servizi che puo’ offrire che va oltre le pagine Web da visitare.
 

Gabriele: Col passare del tempo e usando sempre più il computer, mi resi conto che quello che io chiamavo internet era un insieme più vasto di quel che pensavo. La consapevolezza venne quando scoprii che non si poteva solo visitare siti, ma anche che esistevano servizi di posta elettronica per poter inviare le e-mail, oppure altri dove poter scaricare tutto ciò di cui avevo bisogno.

 
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 Ti sei mai reso sentito di far parte di una nuova classe che molti definiscono con il termine “nativi digitali”? 

Francesco: Sono cresciuto con il computer e i computer sono cresciuti con me. Tecnicamente sono un nativo digitale, mi sono sempre approcciato alle nuove tecnologie con molto interesse e un’ innata naturalezza. Mi sento figlio del digitale ma non mi sento allineato con la visione che i grandi giganti della rete hanno adottato e stanno cercando di diffondere. Spesso il web mi offre rifugio, spesso sono io stesso che lo rifuggo. 

Eugenio:
All’inizio no, pensavo che usare il computer e saperne utilizzare gli strumenti base fosse una cosa normale che tutti sapessero fare, ma poi mi accorsi che non era cosi`, il fatto che io sapessi utilzzare il computer sin da bambino e che mi ci trovassi a mio agio era legato al fatto di far parte di un periodo storico che ha visto I computer sempre piu` presenti nella vita quotidiana delle persone. Quindi quelli nati nel mio stesso periodo vedevano i computer come una cosa che e` sempre stata presente nella nosta quotidianita`,per questo molti ci definiscono con il termine “nativi digitali”, mentre le persone che appartengono a generazioni passate si sono trovate a fare i conti con questa nuova tecnologia a loro poco familiare e con cui, magari, hanno avuto difficolta’ ad approcciarsi. 


Gabriele: Non e` un pensiero che e` nato subito quello di far parte della classe dei nativi digitali, si riscontra col tempo, quando scopri che il modo di crescere delle persone di generazioni precedenti era diverso, perche` non avevano nessun rapporto con la tecnologia perché era meno presente, infatti per noi e` qualcosa che siamo abituati a vedere sin da piccoli e ci cresciamo, mentre le altre generazioni hanno visto e vissuto il cambiamento dovendosi adattare.

  
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In questi anni il tuo rapporto con Internet e` sicuramente cambiato. Che punto di vista hai maturato? Pensi di aver maturato una “coscienza digitale” consapevole?

 

Francesco: Nei primi anni tutta la mia attivita` informatica si concentrava nello scoprire cosa internet aveva da offrire. Appena venni a conoscenza del protocollo Bittorrent (era appena il 2004) iniziai ad approfondire il vasto campo del p2p e la condivisione online dei contenuti. La maggior parte del tempo la trascorrevo provando e approfondendo vari protocolli di messaggistica, scambio dati e successivamente, con gli strumenti necessari, algoritmi crittografici. 
Nei primi anni Internet e` stato per me un cappello magico dal quale potevo estrarre conigli o nascondere me stesso. Dalle scuole medie in poi scopri nel mondo digitale un tempio di cultura e di conoscenza (non sempre ortodossa e ancora piu` affascinante). A partire dalla diffusione del “Web 2.0” la mia coscienza digitale e` evoluta sempre piu` in fretta mentre vedevo una piccola parte del mio mondo invasa dai “colossi” dell’industria moderna che per per un ingenuo ragazzo liceale, quale io ero, non avevano ancora peso. Mentre lo spazio in rete si restringeva la mia consapevolezza del mondo digitale aumentava: tutt’ora assisto a cambiamenti forti nel panorama dell’informatica che si discostano dalla mia visione, e dal mio utilizzo del web, ma che per il principio di azione e reazione mi fanno comprendere chi sono e che tipo di nativo digitale voglio essere.

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          <b>Eugenio:</b> Sicuramente il mio rapporto con internet e<span style="font-family:inherit;">`</span> cambiato nel corso degli anni, infatti nei primi tempi usavo internet per fare ricerche sul web o chattare con I miei amici tramite servizi quali messenger, ma con il passare del tempo divenni sempre piu<span style="font-family:inherit;">`</span> consapevole dei servizi che internet offriva, iniziai a informarmi su argomenti di attualita&#8217; o che mi interessavano, giocare a giochi online o anche in rete locale con amici, fare acquisti su vari siti di e-commerce e intrattenermi sulle varie piattaforme che si possono trovare che si sono sostituite alla televisione. Posso dire dal mio punto di vista che internet e<span style="font-family:inherit;">`</span> senz&#8217;altro un vastissimo luogo che offre molte occasioni sia di crescita culturale, vista la quantita&#8217; di informazioni che vi si possono trovare, sia personale, poiche<span style="font-family:inherit;">`</span> e<span style="font-family:inherit;">`</span> anche un luogo di incontro tra persone che si confrontano tra loro, anche se a volte possono trovarsi contenuti espliciti. Vista l&#8217;importanza di internet e<span style="font-family:inherit;">`</span> bene maturare una coscienza diditale quanto piu<span style="font-family:inherit;">`</span> consapevole per far in modo che le nostre azioni sulla rete siano eticamente corrette e quindi evitare di scaricare file piratati, o evitare azioni di cyberbullismo contro altre persone e tutti quei comportamenti che possono danneggiare gli altri. </span><br /><span style="font-family:inherit;"><br /><b>Gabriele:</b> Crescendo ovviamente il mio rapporto con Internet <span style="font-family:inherit;">e`</span> cambiato, mentre prima quando ero piccolo lo usavo per giocare, col passare del tempo ho scoperto che Internet <span style="font-family:inherit;">e`</span> molto di pi<span style="font-family:inherit;">u`</span>, mette in contatto le persone, è un mezzo per la diffusione di informazioni, musica e molto altro. Oggi lo uso principalmente per <span style="font-family:inherit;">i</span> social, ascoltare musica, comprare articoli e anche quando posso restare informato. Durante questi anni <span style="font-family:inherit;">e`</span> cambiata anche la mia considerazione su Internet, infatti pensavo erroneamente che fosse un posto innocuo, ma mi dovetti ricredere perch<span style="font-family:inherit;">e`</span> non è un luogo adatto a tutti a causa dei contenuti espliciti che contiene. Per quanto riguarda la coscienza digitale questa è una caratteristica che si può sviluppare una volta che si è a conoscenza di averla, perché ogni cosa che facciamo su Internet ha un peso, grande o piccolo che sia, e dobbiamo esserne a conoscenza per limitare eventuali danni o per trarne beneficio, infatti personalmente ogni volta che faccio qualcosa su Internet mi chiedo sempre quali potrebbero essere le conseguenze della mia azione, cosa che dovrebbe fare chiunque. </span>
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          <span style="font-family:inherit;">Fran<span style="font-family:inherit;">cesco <span style="font-family:inherit;">Mecca</span>, Eugenio Corso, Gabriele</span> <span style="font-family:inherit;">Cor<span style="font-family:inherit;">so</span></span></span>
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La Rete e’ neutrale

Quando ogni giorno ci connettiamo al web lo facciamo con dei presupposti di cui magari non siamo consapevoli, ma che sono alla base della nostra esperienza in rete.

Presupponiamo che possiamo accedere a qualsiasi sito web che desideriamo e che la velocita` a cui accediamo a questo sito web dipenda solamente da quanto paghiamo il nostro provider. Ogni servizio che noi usiamo nel web, che sia lo streaming di video da Youtube, l’upload di foto su Flickr, l’invio di piccoli messaggi di testo su qualche IRC e tanto altro, non puo` essere soggetto a discriminazioni da parte di chi fornisce la connessione. Questi sono i principi della Net Neutrality.

Il 26 febbraio scorso FCC (la Commissione Federale per le Comunicazioni negli Stati Uniti) ha riaffermato la validita` di queste regole che in precedenza gli ISP avevano provato ad abolire. Abolire come?

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Il 23 aprile 2014 era stata lanciata la proposta di introdurre delle “corsie preferenziali” a cui i giganti del web avrebbero potuto abbonarsi per usufruire di una maggiore velocita` di connessione verso i terminali degli utenti.
Costruire delle corsie preferenziali in realta` fornisce la possibilita` di limitare il traffico dei siti non abbonati piuttosto che aumentare la velocita` di connessione di questi ultimi.
Non solo questa possibilita` minerebbe la equality a fondamento del Web ma permetterebbe agli ISP di scegliere quali servizi internet (non solo web!) gli utenti possano utilizzare.

fonte (si ringrazia l’autore per la disponibilita` alal pubblicazione dell’immagine)

Abbiamo gia` avuto dimostrazione che pratiche simili possono avvenire: in Italia Vodafone limita il traffico p2p degli utenti .
Alcuni provider, (tra questi la maggior parte ha origine negli USA) nei loro contratti vietano l’utilizzo di TOR, pena l’annullamento del contratto stesso.

si ringrazia John Oliver per il grafico, gli utenti di reddit per le aggiunte

Ancora peggio, un anno fa Comcast impose a Netflix (servizio di streaming USA) il pagamento di una notevole cifra, altrimenti avrebbero provveduto a diminuire la banda dedicata al servizio. Effettivamente durante le negoziazioni fra le due aziende Comcast dimostro` il suo potere tagliando la banda destinata al servizio. In questo modo Netflix fu costretto ad accettare le imposizioni del provider per non perdere i propri utenti.Rispetto alle aziende come Google o Facebook o alle agenzie governative, gli ISP hanno il controllo diretto e indiscriminato sulla nostra connessione. Eliminare la Net Neutrality richiede anche che i provider monitorino attivamente la nostra connessione per bloccare o diminuire la banda verso certe destinazioni.

Gli ISP potrebbero richiedere di connettersi obbligatoriamente attraverso i loro servizi senza la possibilita` di utilizzare un canale alternativo criptato: ogni protocollo che garantisce la nostra liberta` nel web (i2p, TOR, Freenet, ma anche semplicemente una VPN) non puo` operare senza le basi della network neutrality.

Francesco Mecca

Trinita`

Sono di un italiano, Davide Dormino, le tre statue che rappresentano tre eroi contemporanei che hanno combattuto per le liberta` del singolo e contro l’oppressione dello Stato: Manning, Assange, Snowden.
L’opera si trova a Berlino.

Francesco Mecca

Ancora nessuna visita dalla Cina

Questo blog non puoessere <a href="http://www.greatfirewallofchina.org/index.php?siteurl=caught-in-thenet.blogspot.it" rel="nofollow" target="_blank">visualizzato</a> in Cina.<br />A partire dal 1993 mentre molti altri Stati si occupavano delle leggi sul cyber crimine il CCP (Chinese Communist Party) ha dato inizio ad una delle piu grandi operazioni di censura moderna mai messa in atto: il Grande Firewall Cinese.

“If you open the window for fresh air, you have to expect some flies to blow in.”

“Se apri la finestra per far entrare un po` di aria fresca, anche delle mosche entreranno” 

Deng Xiaping

Questa el&#8217;ideologia alla base del blocco, che tecnicamente e il piusofisticato sistema di filtri automatizzato adoperato nell&#8217;obiettivo di sradicare il diritto alla liberta di espressione e del web libero per i netizen cinesi.
 

Il blocco avviene tramite queste tecnologie:

  • Blocco IP per tutti i protocolli web;
  • Reindirizzamento tramite DNS; 
  • Filtering dell’URL;
  • Filtering dei pacchetti TCP : se contengono determinate keyword vengono terminati; questo colpisce in particolar modo i motori di ricerca e i blog, come questo, che contengono parole nel’ indice del Grande Firewall; 
  • Se una connessione TCP e` stata precedentemente bloccata i tentativi futuri vengono bloccati per un periodo di tempo; 
  • Blocco VPN attraverso l’apprendimento progressivo dei metodi utilizzati per criptare i canali.

Inoltre per facilitare i blocchi a partire dal 2011 alcune macchine eseguono delle connessioni a computer esterni alla Cina ed attraverso il “deep packet inspection” raccolgono informazioni utili per ampliare le capacitadel Great Firewall. Questo e quanto estato raccolto in varie analisi, il governo cinese non e completamente trasparente sui metodi usati e fino a che punto i dati analizzati dalle macchine vengano poi raccolti ed ispezionati per profilari utenti “pericolosi”.

Muro.

La censura non solo infrange il diritto inalienabile dell’uomo alla liberta, ma crea intorno alla societa che ne e` vittima una sorta di bolla la quale scherma dai cambiamenti esterni e fa da cuscinetto a tutti i moti turbolenti interni.

In moltissimi Stati europei molti siti vengono bloccati (talvolta con un semplice DNS poisoning) e quindi il cittadino in molti casi non e`consapevole che non puo` accedere ad una risorsa, oppure sceglie di adottare tecniche per circumnavigare il blocco.
 
In Cina invece quando lo Stato oltre che alla censura sceglie di adoperare contromisure oppressive nei confronti dei “fuorilegge” si crea un il Panopticon di Michael Foucault: ogni comportamente viene misurato dal punto di vista del “sospettabile” e da questo ne scaturisce la normalizzazione dell’individuo.
Judy Blume in uno dei suoi discorsi piu` celebri riguardo la censura e il mondo giovanile afferma: 

  “Non sono solo i libri bruciati ora che mi preoccupano. Sono i libri che non saranno mai scritti. i libri che non saranno mai letti. E tutto questo per la paura della censura”

Viviamo in un periodo di forte e radicale cambiamento, questo notevole avanzamento tecnologico non solo fornisce al censore tutti gli strumenti per perpetuare la sua tirannia, ma concede anche all’uomo gli strumenti per liberarsene e far volare libere le idee e i pensieri.

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    <span style="font-family:inherit;"><span style="font-style:normal;">Francesco Mecca </span></span>
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Javascript attacca la cache del processore

Lo scorso febbraio 4 ricercatori della Columbia University hanno ideato un attacco side channel in grado di penetrare la cache dei processori intel piu` recenti di qualsiasi OS.
L’attacco avviene attraverso l’uso di codice Javascript e analizza la cache di terzo livello del processore. Il pdf tecnico e` disponibile a questo indirizzo.

Di seguito una breve spiegazione dell’attacco.
– Attacco side channel: i dati vengono estratti da fenomeni fisici correlati al funzionamento del terminale: ritardi nella risposta, consumo della cpu,voltaggio e altro se misurati in maniera molto precisa e in correlazione ad eventi esterni permettono di capire che informazioni stava processando la CPU.

-Requisiti: un qualsiasi fra i browser piu` popolari, un processore intel 32 o 64 bit, almeno qualche minuto sulla pagina infetta.

-Come avviene l’attacco: il codice Javascript permette al vettore di occupare una piccola parte di cache di cache e poi va a misurare il ritardo in una nuova lettura e controllando se altri processi la stanno usando. Se questa azione viene compiuta per tutte le “linee” della cache senza interruzioni permette di avere dati relativi all’utilizzo della CPU. Con analizi avanzate si possono stabilire a partire daqueste informazioni in alcuni casi i movimenti del mouse, l’accesso alle risorse, i tasti premuti.

-Come evitare l’infezione: non permettere al browser di attivare i javascript e evitare di tenere aperte pagine web mentre si compiono azioni sensibili, questi due sono gli unici metodi al momento. I ricercatori hanno deciso di non rilasciare alcun proof of concepit prima del rilascio di patch per i browser.
Francesco Mecca