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<p>Nel 2000, ben molto prima dello scandalo datagate, prima perfino dell’attacco alle torri gemelle, il Parlamento inglese approvo` una legge sulla sorveglianza di massa.<br />
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Questa legge, intitolata <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Regulation_of_Investigatory_Powers_Act_2000">RIPA</a>, Regulation of Investigatory Powers Act, interviene su come il corpo di polizia puo` condurre le investigazioni telematiche.</p>
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<p>Con questa legge viene permesso:</p>
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<li>l’accesso ai dati dell’ISP, in segreto;</li>
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<li>monitoraggio indiscriminato delle comunicazioni in transito e delle attivita` online;</li>
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<li>permette di non rivelare davanti alla Corte i dati raccolti.</li>
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<p>L’aspetto piu` terribile di questa legge in ultimo e` la possibilita`, da parte degli investigatori, di obbligare il sospetto a rivelare le proprie chiavi crittografiche con le quali ha criptato i propri hard disk, i propri messaggi o le email.</p>
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left:auto;margin-right:auto;text-align:center;">
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<a href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/5673d-unclesamlistensin.jpg" style="margin-left:auto;margin-right:auto;"><img border="0" height="640" src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/5673d-unclesamlistensin.jpg?w=225" width="480" /></a>
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Graffito a Columbus, Ohio (foto di <a href="https://secure.flickr.com/photos/jeffschuler/2585181312/in/set-72157604249628154">Jeff Schuler</a>)
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<p>Vi sono due metodi per difendersi da questa che ritengo una orribile prevaricazione:<br />
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Il primo e piu` svantaggioso e` il <em>nuke</em>, ovvero l’eliminazione dei dati: l’utente rivela una password, non quella per accedere ai dati criptati,ma una che una volta inserita sovrascrive permanentemente le chiavi crittografiche, rendendo cosi` impossibile l’accesso.</p>
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<p>In Linux questa funzione e` implementata da <a href="https://gitlab.com/cryptsetup/cryptsetup/blob/master/README.md">LUKS</a> attraverso una patch distribuita dagli sviluppatori di <a href="https://www.kali.org/tutorials/emergency-self-destruction-luks-kali/">Kali Linux</a>.</p>
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<p>Il secondo metodo invece si basa sull’ingegneria sociale, oltre che su una buona soluzione software.<br />
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Un volume crittografico sicuro non ha alcuna firma digitale ed e` indistinguibile da un pugno di dati random. Per questo motivo posso includere un secondo volume all’interno del primo e proteggere ciascuno di essi con una password differente.</p>
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<p>Ad esempio supponiamo che io abbia un volume da due GiB diviso in due sottovolumi da 1 GiB l’uno. Se dovessi essere interrogato o torturato affinche’ ceda la password, posso fornire la chiave di uno solo dei due volumi, dove non tengo files sensibili ma dati che non possono incriminarmi e cosi` il secondo volume rimane nascosto. Questo sistema di protezione e` nominato: “Plausible Deniability”.</p>
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<p>Nel 1997 Julian Assange (il fondatore di <a href="https://wikileaks.org/index.en.html">Wikileaks</a>) insieme a Suelette Dreyfus e Ralf Weinmann ha sviluppato Marutukku, piu` semplicemente chiamato RubberhoseFS, ovvero un insieme di file system che proteggono i dati dell’utente e forniscono la “deniability”.</p>
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<p>Tecnicamente il progetto consiste in varie porzioni di dati criptati che riempiono il drive. Ogni porzione ha la propria password, la propria mappatura e ciascuno una chiave crittografica differente: quando si decritta un pezzo esso appare come l’intero drive e cosi` non permette di sapere quanti altri volumi con dati differenti sono allocati nell’hard disk. Lo sviluppo di Rubberhose e` stato interrotto benche` sia disponibile in alpha per Linux, FreeBsd e NetBsd.</p>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float:left;margin-right:1em;text-align:left;">
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<a href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/0dcb9-truec.jpg" style="clear:left;margin-bottom:1em;margin-left:auto;margin-right:auto;"><img border="0" height="228" src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/0dcb9-truec.jpg?w=300" width="400" /></a>
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Il menu creazione volume di Truecrypt 7.1a su GNU/Linux
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<p>Un altro noto software che implementa la deniability e` <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/TrueCrypt">Truecrypt</a>.<br />
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Questo sofware crittografico, coperto da un velo di mistero da quando il 28 maggio 2014 gli sviluppatori hanno <a href="http://r.duckduckgo.com/l/?kh=-1&uddg=http%3A%2F%2Farstechnica.com%2Fsecurity%2F2014%2F05%2Ftruecrypt-is-not-secure-official-sourceforge-page-abruptly-warns%2F">inspiegabilmente</a> terminato lo sviluppo, e` probabilmente uno dei piu` avanzati, sottoposto ad audit, ha dato dimostrazione della sua corretta implementazione crittografica con il caso di Daniel Dantas (<a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Daniel_Dantas_%28entrepreneur%29">Operation Satyagraha)</a>.<br />
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Truecrypt permette di creare un volume crittografico che si presenta come un file ma viene gestito, quando aperto correttamente con la propria password) come una partizione del disco. Inoltre vi e` anche la possibilita` di criptare l’installazione di Windows in toto, similmente a <a href="https://diskcryptor.net/wiki/Main_Page">Diskcryptor</a>.</p>
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<p>Quando si crea uno di questi volumi si ha la possibilita` di riservare dello spazio ad un “hidden volume” che avra` una password differente (perfino algoritmi crittografici diversi dal primo volume se lo si richiede). Non si puo` sapere senza conoscere la seconda password se vi e` un volume nascosto aggiuntivo e quando si apre il volume principale esso risultera` avere le dimensioni di tutto l’archivio criptato e quindi anche riempiendolo di dati il volume nascosto verrebbe sovrascritto, ma la sicurezza dell’utente preservata.</p>
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<p>La crittografia e` la piu` forte arma di cui dispone un cittadino digitale. E` la propria roccaforte contro l’invasione del cloud, l’intercettazione delle comunicazioni e soprattutto, la prima difesa che ci protegge dalla NSA.</p>
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<p><a href="http://caught-in-thenet.blogspot.it/2015/04/non-abbiamo-nulla-da-nascondere.html">Anche se non abbiamo nulla da nascondere</a></p>
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Francesco Mecca
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