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<table class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;" cellspacing="0" cellpadding="0" align="center">
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<a style="margin-left: auto; margin-right: auto;" href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/ce9cc-we-have-nothing-to-hide-so-whats-the-problem.jpg"><img src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/ce9cc-we-have-nothing-to-hide-so-whats-the-problem.jpg" alt="" width="640" height="514" border="0"></a>
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vignetta di <a href="http://www.arkansasonline.com/staff/john-deering/">John Deering</a> (si ringrazia l’autore per la disponibilita` alla pubbilicazione)
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<p>Un normale cittadino inglese in due sole occasioni puo` ascoltare la frase: “se non hai nulla da nascondere non hai nulla da temere” in TV: durante lo <a href="http://styleandfashion.blogosfere.it/post/65447/elave-ecco-uno-spot-che-non-ha-nulla-da-nascondere">spot di Elave</a> e della causa farmaceutica Ovelle con i suoi spot NSFW, oppure nel motto del programma per la promozione delle CCTV in luoghi pubblici nelle strade del Regno Unito che recita: “If you’ve got nothing to hide, you’ve got nothing to fear”</p>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><span style="font-weight: normal;">Sfatiamo un mito comune</span></b> </span>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Questo argomento a favore dell’intercettazione di massa e a danno nei confronti diritto alla privacy e` spaventosamente comune e viene usato non solo dai governi o dagli istituti di sorveglianza ma comunemente per <u>non esprimersi</u> contro le operazioni di controllo governativo: e` una argomentazione piuttosto inconsapevole e fine a se stessa che non tiene conto di svariate implicazioni e permette ai governi di implementare lo stato di sorveglianza.</span><br> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br> </span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Innanzitutto la privacy e` <u>controllo</u>, non segretezza: la sorveglianza sociale ha il potere di eliminare il diritto di libera espressione, di libera associazione e di proprieta` personale. </span><br> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Il controllo dei dati e` uno dei dibattiti piu` attuali nell’<a href="https://encrypted.google.com/url?sa=t&amp;rct=j&amp;q=&amp;esrc=s&amp;source=web&amp;cd=1&amp;cad=rja&amp;uact=8&amp;ved=0CB0QFjAA&amp;url=http%3A%2F%2Fec.europa.eu%2Fdgs%2Fhome-affairs%2Fwhat-we-do%2Fpolicies%2Fpolice-cooperation%2Fdata-retention%2Findex_en.htm&amp;ei=nqctVeaEKMPUapOXgKAD&amp;usg=AFQjCNGcpPEyhxRiU9UiETrwMgGgEURFrA&amp;sig2=1NgS64S6bckbilRI68-_wA&amp;bvm=bv.90790515,d.d2s" target="_blank">unione europea</a> e proprio da qui nasce il termine di “privacy obliqua”, ovvero la possibilita` per le aziende di avere a propria disposizione i dati che il cittadino ha liberamente (ma spesso sensa saperlo) concesso loro. </span><br> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br> </span>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><b><span style="font-weight: normal;"><span style="font-size: large;"><b>Se hai i miei dati ho diritto ai tuoi</b> </span></span></b></span>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Uno Stato in cui tutte le mie attivita` (magari anche i pensieri) sono pubblici implica che nessuno possa nascondere questi dati; invece nella societa` attuale le agenzie governative come la NSA o anche solo i politici si nascondo spesso dietro il <i>segreto</i> e non acconsentono alla completa trasparenza delle loro azioni: si origina cosi` una intollerabile forma di disparita`. </span><br> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br> </span><span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">A questo si aggiunge che non sei mai te stesso a decidere se hai qualcosa da nascondere, bensi` l’autorita`.</span><br> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">James Duane lo spiega <a href="http://www.youtube.com/watch?v=6wXkI4t7nuc" target="_blank">cosi</a>‘:</span>
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<blockquote class="tr_bq">
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Estimates of the current size of the body of federal criminal law vary. It has been reported that the Congressional Research Service <i><span style="font-style: normal;">cannot even count the current number of federal crimes</span></i>. These laws are scattered in over 50 titles of the United States Code, encompassing roughly 27,000 pages. Worse yet, the statutory code sections often incorporate, by reference, the provisions and sanctions of administrative regulations promulgated by various regulatory agencies under congressional authorization. Estimates of how many such regulations exist are even less well settled, but the ABA thinks there are nearly 10,000”
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Con le parole di <a href="https://www.schneier.com/essay-114.htm" target="_blank">Bruce Schneier:</a></p>
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“se mi dai sei linee scritte di pugno dall’uomo piu` onesto, potrei trovare qualche motivo per farlo impiccare!”.
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A questo si aggiunge che non e` sempre la verita` la paladina dei nostri diritti: spesso i pregiudizi sociali a cui si aggiunge la manipolazione dei mass media porta un innocente ad essere dichiarato colpevole falsamente ed innanzitempo. <span style="font-size: large;"><br> </span>
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<b>Ben oltre il sostrato sociale</b>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"> La sorveglianza di massa determina uno spaventoso cambiamento comportamentale: ogni gesto che l’individuo si trovera` a compiere non verra` analizzato secondo il binomio legale-illegale, bensi` secondo la domanda: “E` un comportamento sospetto? L’autorita` come puo` valutare questa mia azione?”. Si perde ogni confine certo per finire nel limbo dell’incertezza e del timore. </span><br> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br> Nella <a href="http://www.diritto.it/docs/35250-la-presunzione-di-innocenza" target="_blank">societa` attuale</a> un imputato è considerato non colpevole sino a condanna definitiva ovvero non spetta all’imputato dimostrare la sua innocenza ma è compito degli accusatori dimostrarne la colpa. La presunzione di innocenza al contrario non trova posto in uno stato di controllo a cui potrebbe bastare l’analisi di un’idea non ancora messa in atto per processare un cittadino. </span>
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<b>Due torti a volte fanno un giusto</b>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Per quale motivo in molti stati si prende in considerazione il matrimonio omosessuale? </span><br> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br> Il sistema democratico permette a chi lotta attraverso mezzi leciti di ottenere riconosciuti I propri diritti, ma in molti casi queste vittorie legali non sarebbero state possibili se qualcuno non avesse in precedenza commesso il reato infrangendo la legge. Come puo` lo Stato decidere o meno sul matrimonio omosessuale se nessuno avesse visto o avesse preso parte in relazioni con persone dello stesso sesso? </span><br> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br> Quando si dispone di tutti gli strumenti per un tecnocontrollo effettivo ogni <u>potenziale</u> fuorilegge verrebbe perseguitato. </span> <span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;"><br> </span>
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<b>Nulla da nascondere?</b>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">“Diventiamo individui attraverso la scoperta che possiamo nascondere qualcosa negli altri” afferma <a href="http://www.emiliomordini.info/about-m-e/" target="_blank">Emilio Mordini</a>.</span>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">La semplice verita` e` che non serriamo le persiane per nascondere crimini e misfatti, le esperienze anche piu` ingenue dell’individuo si riflettono nell’intimita`, <i>“che al giorno d’oggi, e` il Santo Graal”</i>. </span>
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<span style="font-family: Arial, Helvetica, sans-serif;">Francesco Mecca </span>
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</div></div></div></description><category>anonimato</category><category>discrezione</category><category>nothing to hide</category><category>PesceWanda</category><category>privacy</category><guid>francescomecca.eu/blog/2015/4/15/non-abbiamo-nulla-da-nascondere/</guid><pubDate>Wed, 15 Apr 2015 10:54:00 GMT</pubDate></item><item><title>Facciamo luce sui profili ombra</title><link>francescomecca.eu/blog/2015/4/13/facciamo-luce-sui-profili-ombra/</link><dc:creator>Francesco Mecca</dc:creator><description><div><p>La BPC, Belgian Privacy Commision, il 31 marzo ha pubblicato un <a href="http://www.law.kuleuven.be/icri/en/news/item/facebooks-revised-policies-and-terms-v1-2.pdf">documento</a> investigativo sulle policy di Facebook e da questa indagine e` emersa una violazione delle leggi europee sul <a href="http://rt.com/news/245769-facebook-spies-eu-laws/">tracciamento online</a>.</p>
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<p>Ogni volta che un utente non loggato, o perfino senza account sul social network, visita una pagina che incorpora il bottone “like” o altri plugin sociali riceve un piccolo file di testo chiamato <a href="https://www.facebook.com/help/cookies">cookie</a> che incorpora una miriade di informazioni e la propria attivita` online in toto. Anche se si ha scelto per l’opt out un particolare cookie chiamato ‘<a href="http://www.zdnet.com/article/facebook-tracking-cookie-returns-according-to-hacker/">datr</a>‘ contenente un ID unico viene scaricato e mantenuto nella cache del browser identificando il computer dell’utente in maniera indistinguibile.<br>
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Per quale motivo Facebook usa questo sistema di tracciamento?</p>
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<a href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/c74d7-shadow-3-625x1000.jpg" style="margin-left:auto;margin-right:auto;"><img border="0" src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/c74d7-shadow-3-625x1000.jpg" height="267" width="400"></a><br>Foto di <a href="https://www.flickr.com/photos/polubeda/" target="_blank">PoL Úbeda Hervas</a>
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<p>Questo metodo di raccolta dati permette all’azienda di Mountan View di creare profili ombra a loro volta integrati dai dati forniti da altri utenti.</p>
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<p>Uno “shadow profile” e` un file archiviato nei server di Facebook e collegato univocamente ad un utente online: non e` assolutamente differente da un profilo vero e proprio se non che non e` pubblico e generato ad insaputa del proprietario dei dati.</p>
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<p>Quando un membro di Facebook installa sul proprio smartphone l’app ufficiale acconsente alla lettura (e all’archiviazione) dei propri contatti, dell’elenco chiamate, la lettura degli sms e nei file archiviati nella scheda SD e l’accesso a praticamente tutte le funzione del dispositivo di tracciamento smartphone.<br>
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In questo modo ed attraverso i cookie Facebook riesce a riunire la maggior parte delle informazioni personali di utenti non iscritti, tra cui gli indirizzi mail, i numeri di telefono, le foto di altri membri iscritti, in alcuni casi perfino l’indirizzo di casa e informazioni di lavoro.</p>
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<a href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/e5bc2-192-168-0-122.png" style="margin-left:auto;margin-right:auto;"><img border="0" height="400" src="https://images-blogger-opensocial.googleusercontent.com/gadgets/proxy?url=http%3A%2F%2F2.bp.blogspot.com%2F-nqe0T95jgy8%2FVSr-HHgeI1I%2FAAAAAAAAAA8%2Fo7olXIAGeDk%2Fs1600%2F192.168.0.122.png&amp;container=blogger&amp;gadget=a&amp;rewriteMime=image%2F*" width="240"></a>
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Permessi dell’app di Facebook su Android
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<p>Chi ha il controllo su questi dati?</p>
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<p>Non di certo l’utente che viene profilato a sua insaputa, ma le compagnie di advertising (a breve il lancio della piattaforma omniseziente <a href="http://atlassolutions.com/">ATLAS</a>), le <a href="https://www.nsa.gov/">agenzie governative</a> e Facebook stessa che si scusa dicendo che i dati vengono “inclusi”, non “raccolti” (<a href="https://www.facebook.com/notes/facebook-security/important-message-from-facebooks-white-hat-program/10151437074840766">“</a><a href="https://www.facebook.com/notes/facebook-security/important-message-from-facebooks-white-hat-program/10151437074840766">Additionally, no other types of personal or financial information were included”</a>).</p>
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<p>C’e` scampo al potere di Facebook? C’e` una via di fuga dal web sociale per chi vuole rimanere una persona non un prodotto? A 10 anni da quando <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Tim_O%27Reilly">TimO’Reilly</a> conio` la fatidica espressione “Web 2.0” l’utente consapevole si trova ad un bivio dove ogni scelta e` in perdita.</p>
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Francesco Mecca
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</div></div></description><category>anonimato</category><category>bpc</category><category>cookie</category><category>Facebook</category><category>PesceWanda</category><category>privacy</category><category>tracciamento</category><category>tracking</category><category>Traduzione</category><guid>francescomecca.eu/blog/2015/4/13/facciamo-luce-sui-profili-ombra/</guid><pubDate>Mon, 13 Apr 2015 01:25:00 GMT</pubDate></item><item><title>Il Big Bang dei Big Data</title><link>francescomecca.eu/blog/2015/4/5/il-big-bang-dei-big-data/</link><dc:creator>Francesco Mecca</dc:creator><description><div><p>“Perche` sto puntando tutto sul deep learning? Perche’ sara` il nuovo Big Bang”</p>
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<p>Cosi` ha parlato il CEO di Nvidia Jensen Huang il 3 marzo scorso alla sua <a href="http://www.gputechconf.com/">GTC 2015</a>.<br>
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L’attenzione di Huang si e` concentrata sul deep learning e come le deep neural networks negli ultimi anni abbiano compiuto progressi impressionanti tali da superare il cervello umano nei test di analisi immagine.</p>
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<p>Molta della ricerca negli ultimi anni, in particolare dal 2012 ad oggi, si sta concentrando sul programmare algoritmi tali da consentire alle intelligenze artificiali di processare dati in maniera gerarchica e organizzata tramite l’apprendimento progressivo dei livelli di rappresentazione.<br>
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E` una scienza che acquista un’importanza fondamentale, anzi diventa un requisito necessario nel campo dei Big Data.</p>
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<a href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/gratis.png" style="margin-left:auto;margin-right:auto;"><img border="0" src="https://images-blogger-opensocial.googleusercontent.com/gadgets/proxy?url=http%3A%2F%2F2.bp.blogspot.com%2F-71lrlU3SeNo%2FVSGcwmXDJKI%2FAAAAAAAAAAc%2F8CVzgBBpV7Y%2Fs1600%2Fgratis.PNG&amp;container=blogger&amp;gadget=a&amp;rewriteMime=image%2F*"></a>
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gratis: il paradosso del Web 2.0
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<p>Come possono mantenersi in vita aziende come Google, Facebook, Twitter e moltissime altre che gratuitamente offrono agli utenti finali servizi?<br>
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I dati sono la risposta economica a: “Iscriviti, e’ gratis e lo sarà sempre” e lo sfruttamento di essi rende possibile le ricerche di marketing, la progettazione di gadget e sopratutto le previsioni a breve termine di trend economici, flessioni di mercato, insomma il futuro della societa’.</p>
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<p>I dati cosi` raccolti pero` nella maggior parte dei casi sono non organizzati e a risolvere questo dilemma interviene il deep learning che si occupa di gestire, ordinare ed integrare i dati provenienti dalle sorgenti analizzate. Perfezionare il deep learning significa poter integrare e comprendere ogni singolo flusso di dati all’interno del grande mare dei big data.</p>
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<p>Jensen continua il suo discorso affermando che: “Oggi c’e` una mole di dati troppo estesa per poter comprendere cosa stia accadendo. Un super computer grazie al deep learning potra` in futuro offrirci previsioni quanto piu` attendibili, previsioni che l’uomo non potrebbe nemmeno percepire. In futuro grazie a tutti i dispositivi connessi in internet avremo dati di qualsiasi genere. Anche quelli piu’ impensabili: in base ai dati raccolti potremo dire, per esempio, se in un determinato luogo si sta svolgendo una rapina od una sommossa.”</p>
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<p>Questa informazione per me rappresenta un lapsus ed e` l’aspetto piu` critico dei big data: l’abbattimento di ogni riservatezza personale tramite la concessione indiscriminata di dati abbatte ogni limite alla possibilita` di tecnocontrollo sul presente e sul futuro.</p>
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<p><a href="https://hbr.org/2014/11/with-big-data-comes-big-responsibility">With Big Data Comes Big Responsibility</a> afferma l’Harvard Business Center; ma davvero tutti i nostri dati generati dalle nostre attivita’ in rete sono esclusivamente proprieta` dei giganti del Web? E’ giusto che anche le nostre attivita` al di fuori del Web, come i nostri <a href="http://www.bloomberg.com/bw/articles/2013-08-08/your-medical-records-are-for-sale">registri medici</a> siano venduti e sfruttati commercialmente o a fini di controllo sociale? </p>
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<a href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/9276962702_57d9bfddd4_o.jpg" style="margin-left:auto;margin-right:auto;"><img border="0" height="400" src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/9276962702_57d9bfddd4_o.jpg?w=300" width="400"></a>
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<div class="attribution-info">
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<a class="owner-name truncate" href="https://www.flickr.com/photos/adactio/" title="Go to Jeremy Keith's photostream">Jeremy Keith</a>
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<span class="relationship"> </span>
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</div>
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<p>E` inutile chiedere regolamentazione ai governi che purtroppo sembrano ignorare le implicazioni etiche di queste pratiche oppressive, anzi in alcuni casi le sfruttano in proprio favore. E` utopico pensare di poter convincere le aziende a rinunciare a questi dati che rappresentano la loro linfa vitale.</p>
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<p>La via di uscita sembra essere una sola, anche se poco desiderabile: <a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Opt-out">l’opt out</a> ovvero la rinuncia consapevole da parte dell’utente al servizio.</p>
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<div style="text-align:right;">
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Francesco Mecca
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</div></div></description><category>anonimato</category><category>Big data</category><category>Deep learning</category><category>huang</category><category>PesceWanda</category><category>privacy</category><guid>francescomecca.eu/blog/2015/4/5/il-big-bang-dei-big-data/</guid><pubDate>Sun, 05 Apr 2015 22:44:00 GMT</pubDate></item></channel></rss> |