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PesceWanda 2017-02-24 07:32:48 +01:00
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@ -28,9 +28,9 @@ Nel mare di Internet assistiamo a due spiagge molto lontane che delimitano lo sp
E\` un po\` come misurare i due poli opposti, Facebook e Google Plus che richiedono il tuo nome vero e quindi ogni attivita\` online e\` un riflesso del proprio io reale, e 4chan, una delle poche risorse anonime nel Web che permette a ciascun utente di fare post anonimi e discutere quindi senza una forma di censura.
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#### <span style="font-size: large;"><span style="font-weight: normal;">The core problem is not the audience, is who you share out</span></span>
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The core problem is not the audience, is who you share out
```
Secondo Chris Poole, quando Google introdusse sul proprio social network la feature “circles”, ovvero la possibilita\` di condividere i propri post solo con una parte dei propri followers (l&#8217;equivalente delle smart list di Facebook), si e\` perso di vista il problema principale, ovvero che non importa l&#8217;audience bensi\` quale versione di te condividi ).

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title: 56 secondi di celebrita`
title: 56 secondi di celebritá
date: 2015-08-31T11:18:01+00:00
author: pesceWanda
layout: post

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@ -0,0 +1,50 @@
---
title: Titolo
date: 2017-01-11
author: pesceWanda
layout: post
categories:
- PesceWanda
tags:
- Facebook
- feudalesimo
- Rivoluzione Digitale
- community
---
Non sono una persona che va ai concerti.
La registrazione in studio esplicita i processi logici che l'artista segue per arrivare al processo di consegna e questo mi ha sempre affascinato, in maniera assai maggiore della carica emotiva sprigionata da un concerto di notte.
Ma ci sono due artisti, Dale Crover dei Melvins e Jeff Mangum le cui performance live sono state per me, come spettatore, in qualche modo epifaniche.
Milano, dicembre del 2015, i Melvins stanno concludendo il loro piú recente tour in Europa quando Jeff Pinkus lascia cadere il basso sul pavimento, regola gli effetti sulla pedaliera e lo prende a calci finché non produce la giusta ripetizione di suoni. Lentamente ciascun musicista si allontana dal palco, il basso insistente, ancora a terra.
Quell'esecuzione mi fece riflettere sui processi di produzione che dominano la nostra comunicazione.
Possiamo immaginarci delle fasi. La prima é quella di __sperimentazione__ che é tanto piú ovvia quanto immediata e involontaria.
La seconda é quella del __superamento__. Superamento é la consapevolezza che il brano composto oggi verrá suonato diversamente domani, é la ragion d'essere delle bozze, anche quando infinite.
La terza e quella piú importante per comprendere le dinamiche di rete é la __dissipazione__.
Attraverso la _dissipazione_ l'opera, che fissata nel momento aveva acquisito una propria dimensione di senso, é costretta a ripiegarsi su se stessa, vana si perde a cause dell'assenza di memoria.
## Le dinamiche della Rete
In rete l' __accanimento__ si sostituisce alla _dissipazione_.
L' _accanimento_ é il motivo per cui qualche migliaio di uomini di qualsiasi fattura sociale si riuniscono in [gruppi](http://archive.is/g6wDr#selection-989.483-989.484) e condividono foto delle loro mogli, fidanzate e qualche amica. Non c'é nessuno scandalo nella foto in sé, sono scatti quotidiani spesso "rubati" dagli stessi profili delle donne riprese.
Ne ha parlato [Repubblica](http://espresso.repubblica.it/inchieste/2017/01/17/news/stupro-su-facebook-ecco-cosa-si-dicono-gli-uomini-che-umiliano-le-donne-1.293546), se ne é parlato su [reddit](https://www.reddit.com/r/italy/comments/5nqtgt/una_ragazza_su_facebook_ha_denunciato_lesistenza/), perfino [Mentana](http://i.imgur.com/Of41aQ0.jpg) nella sua ridicola posizione da cavaliere bianco di Facebook ha urlato contro questo fenomeno.
Fenomeno che dal mio punto di vista nasce da una difficoltà di alcuni abitanti della rete ad affrontare l'assenza di dissipazione nella comunicazione online.
Le macchine non ricordano eppure non smettono di ricordarci, anzi invadono il nostro spazio in rete con un continuo susseguirsi di foto e momenti di vita delle altre persone.
Gli algoritmi non seguono il pacato moto del nostro tempo online e anzi lo spezzano, lo frammentano in attimi che hanno il ritmo di un giro della rotella del mouse, lo scorrere di un pollice.
## Ignorare per dimenticare
Quando Internet, almeno nel mio immaginario, era una terra desolata frequentata da meno di "un miliardo di iscritti", definivo i troll come utenti piú o meno sveglio che cercano di distruggere una community online inflitrandola e seminando odio fra gli utenti.
In un mondo dove i troll usano il proprio nome e cognome fra le pagine di un'azienda americana preferisco pensare che i troll non sono altro che alla ricerca di attenzione o di un senso di comunità piú o meno sano.
E\` per questo motivo che su 4chan si é passati gradualmente dal postare: "Do not feed the trolls" a "Don't bait", in riferimento ad una [vecchio tecnica di pesca]( https://en.wikipedia.org/wiki/Trolling_(fishing) ).

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<span class="sidebar-nav-item" href="" >Powered by Jekyll and Hyde</span>
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<p>&copy; 2016. CC BY-SA 4.0 International </p>
<p>&copy; 2017. CC BY-SA 4.0 International </p>
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<p>&copy; 2016. CC BY-SA 4.0 International </p>
<p>&copy; 2017. CC BY-SA 4.0 International </p>
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<p>&copy; 2016. CC BY-SA 4.0 International </p>
<p>&copy; 2017. CC BY-SA 4.0 International </p>
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<h2 id="blog-posts">Blog Posts</h2>
<ul>
<li><p>11 Jan 2017 &raquo; <a href="/pescewanda/2017/01/11/spazio-digitale-rant-facebook/"> Titolo </a></p></li>
<li><p>15 Nov 2016 &raquo; <a href="/pescewanda/2016/11/15/machine-learning-PARTE3/"> Capire il Machine Learning (parte 3) </a></p></li>
<li><p>11 Nov 2016 &raquo; <a href="/pescewanda/2016/11/11/machine-learning-PARTE2/"> Capire il Machine Learning (parte 2) </a></p></li>
<li><p>10 Nov 2016 &raquo; <a href="/pescewanda/2016/11/10/machine-learning-intro/"> Capire il Machine Learning (parte 1) </a></p></li>
@ -156,7 +157,7 @@
<li><p>02 Apr 2016 &raquo; <a href="/pescewanda/2016/04/02/blog-migrated/"> How I migrated to a static blog </a></p></li>
<li><p>20 Sep 2015 &raquo; <a href="/index.php/archives/207"> The Buridan&#8217;s donkey paradox </a></p></li>
<li><p>11 Sep 2015 &raquo; <a href="/index.php/archives/198"> About Perl packages in Gentoo </a></p></li>
<li><p>31 Aug 2015 &raquo; <a href="/index.php/archives/177"> 56 secondi di celebrita` </a></p></li>
<li><p>31 Aug 2015 &raquo; <a href="/index.php/archives/177"> 56 secondi di celebritá </a></p></li>
<li><p>25 Aug 2015 &raquo; <a href="/index.php/archives/171"> Addio Blogspot </a></p></li>
<li><p>21 Jul 2015 &raquo; <a href="/index.php/archives/99"> A pochi metri da Stallman </a></p></li>
<li><p>21 Jul 2015 &raquo; <a href="/index.php/archives/100"> Puo` un sottomarino nuotare? Deep learning e intelligenze artificiali </a></p></li>

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@ -4,7 +4,7 @@
<title>Caught in the Net</title>
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<updated>2016-11-19T18:37:38+01:00</updated>
<updated>2017-02-14T00:02:23+01:00</updated>
<id>francescomecca.eu</id>
<author>
<name>Francesco Mecca</name>
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<title>Titolo</title>
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<updated>2017-01-11T00:00:00+01:00</updated>
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<content type="html">&lt;p&gt;Non sono una persona che va ai concerti. &lt;/p&gt;
&lt;p&gt;La registrazione in studio esplicita i processi logici che l&amp;#39;artista segue per arrivare al processo di consegna e questo mi ha sempre affascinato, in maniera assai maggiore della carica emotiva sprigionata da un concerto di notte.&lt;/p&gt;
&lt;p&gt;Ma ci sono due artisti, Dale Crover dei Melvins e Jeff Mangum le cui performance live sono state per me, come spettatore, in qualche modo epifaniche.&lt;/p&gt;
&lt;p&gt;Milano, dicembre del 2015, i Melvins stanno concludendo il loro piú recente tour in Europa quando Jeff Pinkus lascia cadere il basso sul pavimento, regola gli effetti sulla pedaliera e lo prende a calci finché non produce la giusta ripetizione di suoni. Lentamente ciascun musicista si allontana dal palco, il basso insistente, ancora a terra.&lt;/p&gt;
&lt;p&gt;Quell&amp;#39;esecuzione mi fece riflettere sui processi di produzione che dominano la nostra comunicazione.
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&lt;p&gt;La seconda é quella del &lt;strong&gt;superamento&lt;/strong&gt;. Superamento é la consapevolezza che il brano composto oggi verrá suonato diversamente domani, é la ragion d&amp;#39;essere delle bozze, anche quando infinite.&lt;/p&gt;
&lt;p&gt;La terza e quella piú importante per comprendere le dinamiche di rete é la &lt;strong&gt;dissipazione&lt;/strong&gt;.
Attraverso la &lt;em&gt;dissipazione&lt;/em&gt; l&amp;#39;opera, che fissata nel momento aveva acquisito una propria dimensione di senso, é costretta a ripiegarsi su se stessa, vana si perde a cause dell&amp;#39;assenza di memoria.&lt;/p&gt;
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&lt;p&gt;Ne ha parlato &lt;a href=&quot;http://espresso.repubblica.it/inchieste/2017/01/17/news/stupro-su-facebook-ecco-cosa-si-dicono-gli-uomini-che-umiliano-le-donne-1.293546&quot;&gt;Repubblica&lt;/a&gt;, se ne é parlato su &lt;a href=&quot;https://www.reddit.com/r/italy/comments/5nqtgt/una_ragazza_su_facebook_ha_denunciato_lesistenza/&quot;&gt;reddit&lt;/a&gt;, perfino &lt;a href=&quot;http://i.imgur.com/Of41aQ0.jpg&quot;&gt;Mentana&lt;/a&gt; nella sua ridicola posizione da cavaliere bianco di Facebook ha urlato contro questo fenomeno.&lt;/p&gt;
&lt;p&gt;Fenomeno che dal mio punto di vista nasce da una difficoltà di alcuni abitanti della rete ad affrontare l&amp;#39;assenza di dissipazione nella comunicazione online.&lt;/p&gt;
&lt;p&gt;Le macchine non ricordano eppure non smettono di ricordarci, anzi invadono il nostro spazio in rete con un continuo susseguirsi di foto e momenti di vita delle altre persone.
Gli algoritmi non seguono il pacato moto del nostro tempo online e anzi lo spezzano, lo frammentano in attimi che hanno il ritmo di un giro della rotella del mouse, lo scorrere di un pollice.&lt;/p&gt;
&lt;h2 id=&quot;ignorare-per-dimenticare&quot;&gt;Ignorare per dimenticare&lt;/h2&gt;
&lt;p&gt;Quando Internet, almeno nel mio immaginario, era una terra desolata frequentata da meno di &amp;quot;un miliardo di iscritti&amp;quot;, definivo i troll come utenti piú o meno sveglio che cercano di distruggere una community online inflitrandola e seminando odio fra gli utenti. &lt;/p&gt;
&lt;p&gt;In un mondo dove i troll usano il proprio nome e cognome fra le pagine di un&amp;#39;azienda americana preferisco pensare che i troll non sono altro che alla ricerca di attenzione o di un senso di comunità piú o meno sano.&lt;/p&gt;
&lt;p&gt;E` per questo motivo che su 4chan si é passati gradualmente dal postare: &amp;quot;Do not feed the trolls&amp;quot; a &amp;quot;Don&amp;#39;t bait&amp;quot;, in riferimento ad una &lt;a href=&quot;https://en.wikipedia.org/wiki/Trolling_(fishing)&quot;&gt;vecchio tecnica di pesca&lt;/a&gt;.&lt;/p&gt;
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<title>Capire il Machine Learning (parte 3)</title>
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<title>56 secondi di celebrita`</title>
<title>56 secondi di celebritá</title>
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<updated>2015-08-31T13:18:01+02:00</updated>
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&lt;p&gt;E` un po` come misurare i due poli opposti, Facebook e Google Plus che richiedono il tuo nome vero e quindi ogni attivita` online e` un riflesso del proprio io reale, e 4chan, una delle poche risorse anonime nel Web che permette a ciascun utente di fare post anonimi e discutere quindi senza una forma di censura.&lt;/p&gt;
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&lt;p&gt;Secondo Chris Poole, quando Google introdusse sul proprio social network la feature “circles”, ovvero la possibilita` di condividere i propri post solo con una parte dei propri followers (l&amp;#8217;equivalente delle smart list di Facebook), si e` perso di vista il problema principale, ovvero che non importa l&amp;#8217;audience bensi` quale versione di te condividi ).&lt;/p&gt;
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<p>&copy; 2016. CC BY-SA 4.0 International </p>
<p>&copy; 2017. CC BY-SA 4.0 International </p>
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<link>francescomecca.eu</link>
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<title>Titolo</title>
<description>&lt;p&gt;Non sono una persona che va ai concerti. &lt;/p&gt;
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&lt;p&gt;Ma ci sono due artisti, Dale Crover dei Melvins e Jeff Mangum le cui performance live sono state per me, come spettatore, in qualche modo epifaniche.&lt;/p&gt;
&lt;p&gt;Milano, dicembre del 2015, i Melvins stanno concludendo il loro piú recente tour in Europa quando Jeff Pinkus lascia cadere il basso sul pavimento, regola gli effetti sulla pedaliera e lo prende a calci finché non produce la giusta ripetizione di suoni. Lentamente ciascun musicista si allontana dal palco, il basso insistente, ancora a terra.&lt;/p&gt;
&lt;p&gt;Quell&amp;#39;esecuzione mi fece riflettere sui processi di produzione che dominano la nostra comunicazione.
Possiamo immaginarci delle fasi. La prima é quella di &lt;strong&gt;sperimentazione&lt;/strong&gt; che é tanto piú ovvia quanto immediata e involontaria.&lt;/p&gt;
&lt;p&gt;La seconda é quella del &lt;strong&gt;superamento&lt;/strong&gt;. Superamento é la consapevolezza che il brano composto oggi verrá suonato diversamente domani, é la ragion d&amp;#39;essere delle bozze, anche quando infinite.&lt;/p&gt;
&lt;p&gt;La terza e quella piú importante per comprendere le dinamiche di rete é la &lt;strong&gt;dissipazione&lt;/strong&gt;.
Attraverso la &lt;em&gt;dissipazione&lt;/em&gt; l&amp;#39;opera, che fissata nel momento aveva acquisito una propria dimensione di senso, é costretta a ripiegarsi su se stessa, vana si perde a cause dell&amp;#39;assenza di memoria.&lt;/p&gt;
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&lt;p&gt;In rete l&amp;#39; &lt;strong&gt;accanimento&lt;/strong&gt; si sostituisce alla &lt;em&gt;dissipazione&lt;/em&gt;.&lt;/p&gt;
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&lt;p&gt;Ne ha parlato &lt;a href=&quot;http://espresso.repubblica.it/inchieste/2017/01/17/news/stupro-su-facebook-ecco-cosa-si-dicono-gli-uomini-che-umiliano-le-donne-1.293546&quot;&gt;Repubblica&lt;/a&gt;, se ne é parlato su &lt;a href=&quot;https://www.reddit.com/r/italy/comments/5nqtgt/una_ragazza_su_facebook_ha_denunciato_lesistenza/&quot;&gt;reddit&lt;/a&gt;, perfino &lt;a href=&quot;http://i.imgur.com/Of41aQ0.jpg&quot;&gt;Mentana&lt;/a&gt; nella sua ridicola posizione da cavaliere bianco di Facebook ha urlato contro questo fenomeno.&lt;/p&gt;
&lt;p&gt;Fenomeno che dal mio punto di vista nasce da una difficoltà di alcuni abitanti della rete ad affrontare l&amp;#39;assenza di dissipazione nella comunicazione online.&lt;/p&gt;
&lt;p&gt;Le macchine non ricordano eppure non smettono di ricordarci, anzi invadono il nostro spazio in rete con un continuo susseguirsi di foto e momenti di vita delle altre persone.
Gli algoritmi non seguono il pacato moto del nostro tempo online e anzi lo spezzano, lo frammentano in attimi che hanno il ritmo di un giro della rotella del mouse, lo scorrere di un pollice.&lt;/p&gt;
&lt;h2 id=&quot;ignorare-per-dimenticare&quot;&gt;Ignorare per dimenticare&lt;/h2&gt;
&lt;p&gt;Quando Internet, almeno nel mio immaginario, era una terra desolata frequentata da meno di &amp;quot;un miliardo di iscritti&amp;quot;, definivo i troll come utenti piú o meno sveglio che cercano di distruggere una community online inflitrandola e seminando odio fra gli utenti. &lt;/p&gt;
&lt;p&gt;In un mondo dove i troll usano il proprio nome e cognome fra le pagine di un&amp;#39;azienda americana preferisco pensare che i troll non sono altro che alla ricerca di attenzione o di un senso di comunità piú o meno sano.&lt;/p&gt;
&lt;p&gt;E` per questo motivo che su 4chan si é passati gradualmente dal postare: &amp;quot;Do not feed the trolls&amp;quot; a &amp;quot;Don&amp;#39;t bait&amp;quot;, in riferimento ad una &lt;a href=&quot;https://en.wikipedia.org/wiki/Trolling_(fishing)&quot;&gt;vecchio tecnica di pesca&lt;/a&gt;.&lt;/p&gt;
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<pubDate>2017-01-11T00:00:00+01:00</pubDate>
<link>francescomecca.eu/pescewanda/2017/01/11/spazio-digitale-rant-facebook/</link>
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</item>
<item>
<title>Capire il Machine Learning (parte 3)</title>
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<item>
<title>56 secondi di celebrita`</title>
<title>56 secondi di celebritá</title>
<description>&lt;p&gt;&lt;a href=&quot;http://www.mantellini.it/2015/08/26/state-al-riparo/&quot; target=&quot;_blank&quot; rel=&quot;http://www.mantellini.it/2015/08/26/state-al-riparo/&quot;&gt;&lt;img class=&quot;aligncenter wp-image-178 size-full&quot; src=&quot;http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/Schermata-2015-08-26-alle-22.29.31.jpg&quot; alt=&quot;&quot; width=&quot;644&quot; height=&quot;533&quot; srcset=&quot;http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/Schermata-2015-08-26-alle-22.29.31-300x248.jpg 300w, http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/Schermata-2015-08-26-alle-22.29.31.jpg 644w&quot; sizes=&quot;(max-width: 644px) 100vw, 644px&quot; /&gt;&lt;/a&gt;&lt;/p&gt;
&lt;p&gt;Dura 56 secondi il video di Vester Lee Flanagan che testimonia l&amp;#8217;omicidio in prima persona di due giornalisti in Virginia durante un live broadcast televisivo. Durante l&amp;#8217;inseguimento nel quale si e` tolto la vita Flanagan ha caricato su Twitter e Facebook il video dell&amp;#8217;uccisione in prima persona.&lt;/p&gt;
@ -2251,11 +2297,8 @@ Command successful.&lt;/pre&gt;
&lt;p&gt;Nel mare di Internet assistiamo a due spiagge molto lontane che delimitano lo spazio della nostra attivita`: l&amp;#8217;anonimato e l&amp;#8217;identita` virtuale (che ci identifica nel mondo reale).&lt;/p&gt;
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<h1 class="post-title">
<a href="/pescewanda/2017/01/11/spazio-digitale-rant-facebook/">
Titolo
</a>
</h1>
<span class="post-date">11 Jan 2017</span>
<p>Non sono una persona che va ai concerti. </p>
<p>La registrazione in studio esplicita i processi logici che l&#39;artista segue per arrivare al processo di consegna e questo mi ha sempre affascinato, in maniera assai maggiore della carica emotiva sprigionata da un concerto di notte.</p>
<p>Ma ci sono due artisti, Dale Crover dei Melvins e Jeff Mangum le cui performance live sono state per me, come spettatore, in qualche modo epifaniche.</p>
<p>Milano, dicembre del 2015, i Melvins stanno concludendo il loro piú recente tour in Europa quando Jeff Pinkus lascia cadere il basso sul pavimento, regola gli effetti sulla pedaliera e lo prende a calci finché non produce la giusta ripetizione di suoni. Lentamente ciascun musicista si allontana dal palco, il basso insistente, ancora a terra.</p>
<p>Quell&#39;esecuzione mi fece riflettere sui processi di produzione che dominano la nostra comunicazione.
Possiamo immaginarci delle fasi. La prima é quella di <strong>sperimentazione</strong> che é tanto piú ovvia quanto immediata e involontaria.</p>
<p>La seconda é quella del <strong>superamento</strong>. Superamento é la consapevolezza che il brano composto oggi verrá suonato diversamente domani, é la ragion d&#39;essere delle bozze, anche quando infinite.</p>
<p>La terza e quella piú importante per comprendere le dinamiche di rete é la <strong>dissipazione</strong>.
Attraverso la <em>dissipazione</em> l&#39;opera, che fissata nel momento aveva acquisito una propria dimensione di senso, é costretta a ripiegarsi su se stessa, vana si perde a cause dell&#39;assenza di memoria.</p>
<h2 id="le-dinamiche-della-rete">Le dinamiche della Rete</h2>
<p>In rete l&#39; <strong>accanimento</strong> si sostituisce alla <em>dissipazione</em>.</p>
<p>L&#39; <em>accanimento</em> é il motivo per cui qualche migliaio di uomini di qualsiasi fattura sociale si riuniscono in <a href="http://archive.is/g6wDr#selection-989.483-989.484">gruppi</a> e condividono foto delle loro mogli, fidanzate e qualche amica. Non c&#39;é nessuno scandalo nella foto in sé, sono scatti quotidiani spesso &quot;rubati&quot; dagli stessi profili delle donne riprese.</p>
<p>Ne ha parlato <a href="http://espresso.repubblica.it/inchieste/2017/01/17/news/stupro-su-facebook-ecco-cosa-si-dicono-gli-uomini-che-umiliano-le-donne-1.293546">Repubblica</a>, se ne é parlato su <a href="https://www.reddit.com/r/italy/comments/5nqtgt/una_ragazza_su_facebook_ha_denunciato_lesistenza/">reddit</a>, perfino <a href="http://i.imgur.com/Of41aQ0.jpg">Mentana</a> nella sua ridicola posizione da cavaliere bianco di Facebook ha urlato contro questo fenomeno.</p>
<p>Fenomeno che dal mio punto di vista nasce da una difficoltà di alcuni abitanti della rete ad affrontare l&#39;assenza di dissipazione nella comunicazione online.</p>
<p>Le macchine non ricordano eppure non smettono di ricordarci, anzi invadono il nostro spazio in rete con un continuo susseguirsi di foto e momenti di vita delle altre persone.
Gli algoritmi non seguono il pacato moto del nostro tempo online e anzi lo spezzano, lo frammentano in attimi che hanno il ritmo di un giro della rotella del mouse, lo scorrere di un pollice.</p>
<h2 id="ignorare-per-dimenticare">Ignorare per dimenticare</h2>
<p>Quando Internet, almeno nel mio immaginario, era una terra desolata frequentata da meno di &quot;un miliardo di iscritti&quot;, definivo i troll come utenti piú o meno sveglio che cercano di distruggere una community online inflitrandola e seminando odio fra gli utenti. </p>
<p>In un mondo dove i troll usano il proprio nome e cognome fra le pagine di un&#39;azienda americana preferisco pensare che i troll non sono altro che alla ricerca di attenzione o di un senso di comunità piú o meno sano.</p>
<p>E` per questo motivo che su 4chan si é passati gradualmente dal postare: &quot;Do not feed the trolls&quot; a &quot;Don&#39;t bait&quot;, in riferimento ad una <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Trolling_(fishing)">vecchio tecnica di pesca</a>.</p>
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<h1 class="post-title">
<a href="/pescewanda/2016/11/15/machine-learning-PARTE3/">
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<h1 class="post-title">
<a href="/pescewanda/2016/07/06/IM-services/">
Phone messaging apps comparison
</a>
</h1>
<span class="post-date">06 Jul 2016</span>
<p>I made this chart for a presentation at the <a href="https://cyber.law.harvard.edu/">Berkman Klein Center</a></p>
<table><thead>
<tr>
<th></th>
<th style="text-align: center">Whatsapp</th>
<th style="text-align: center">Telegram</th>
<th style="text-align: right">Signal</th>
</tr>
</thead><tbody>
<tr>
<td>Source code</td>
<td style="text-align: center">closed source</td>
<td style="text-align: center">open source</td>
<td style="text-align: right">open source</td>
</tr>
<tr>
<td>Api</td>
<td style="text-align: center">none</td>
<td style="text-align: center">various</td>
<td style="text-align: right">library</td>
</tr>
<tr>
<td>Encription protocol</td>
<td style="text-align: center">state of the art</td>
<td style="text-align: center">self made</td>
<td style="text-align: right">state of the art</td>
</tr>
<tr>
<td>Contact list location</td>
<td style="text-align: center">cloud</td>
<td style="text-align: center">cloud</td>
<td style="text-align: right">cloud, encrypted</td>
</tr>
<tr>
<td>Forward Secrecy</td>
<td style="text-align: center">yes</td>
<td style="text-align: center">yes</td>
<td style="text-align: right">yes</td>
</tr>
<tr>
<td>Database</td>
<td style="text-align: center">phone storage</td>
<td style="text-align: center">cloud</td>
<td style="text-align: right">phone storage</td>
</tr>
<tr>
<td>Backup capability</td>
<td style="text-align: center">Icloud or Gcloud</td>
<td style="text-align: center">builtin</td>
<td style="text-align: right">none</td>
</tr>
<tr>
<td>Revenue</td>
<td style="text-align: center">ads (Facebook)</td>
<td style="text-align: center">donation based</td>
<td style="text-align: right">donation based</td>
</tr>
<tr>
<td>Federation</td>
<td style="text-align: center">no</td>
<td style="text-align: center">no</td>
<td style="text-align: right">no</td>
</tr>
<tr>
<td>Alternative download location</td>
<td style="text-align: center">website</td>
<td style="text-align: center">F-Droid</td>
<td style="text-align: right">none</td>
</tr>
<tr>
<td>Uses third party services</td>
<td style="text-align: center">no</td>
<td style="text-align: center">no</td>
<td style="text-align: right">Google Cloud Messaging</td>
</tr>
<tr>
<td>Servers location</td>
<td style="text-align: center">US</td>
<td style="text-align: center">Russia</td>
<td style="text-align: right">US</td>
</tr>
<tr>
<td>Tied to mobile number</td>
<td style="text-align: center">yes</td>
<td style="text-align: center">yes, but nickname available</td>
<td style="text-align: right">yes</td>
</tr>
<tr>
<td>Desktop client</td>
<td style="text-align: center">no</td>
<td style="text-align: center">yes</td>
<td style="text-align: right">no</td>
</tr>
</tbody></table>
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56 secondi di celebrita` &middot; Caught in the Net
56 secondi di celebritá &middot; Caught in the Net
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<h1 class="post-title">56 secondi di celebrita`</h1>
<h1 class="post-title">56 secondi di celebritá</h1>
<span class="post-date">31 Aug 2015</span>
<p><a href="http://www.mantellini.it/2015/08/26/state-al-riparo/" target="_blank" rel="http://www.mantellini.it/2015/08/26/state-al-riparo/"><img class="aligncenter wp-image-178 size-full" src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/Schermata-2015-08-26-alle-22.29.31.jpg" alt="" width="644" height="533" srcset="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/Schermata-2015-08-26-alle-22.29.31-300x248.jpg 300w, http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/Schermata-2015-08-26-alle-22.29.31.jpg 644w" sizes="(max-width: 644px) 100vw, 644px" /></a></p>
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<p>Nel mare di Internet assistiamo a due spiagge molto lontane che delimitano lo spazio della nostra attivita`: l&#8217;anonimato e l&#8217;identita` virtuale (che ci identifica nel mondo reale).</p>
<p>E` un po` come misurare i due poli opposti, Facebook e Google Plus che richiedono il tuo nome vero e quindi ogni attivita` online e` un riflesso del proprio io reale, e 4chan, una delle poche risorse anonime nel Web che permette a ciascun utente di fare post anonimi e discutere quindi senza una forma di censura.</p>
<h3 id="><span style="font-size: large;"><span style="font-weight: normal;"> </span></span></h3>
<h4 id="the-core-problem-is-not-the-audience-is-who-you-share-out"><span style="font-size: large;"><span style="font-weight: normal;">The core problem is not the audience, is who you share out</span></span></h4>
<div class="highlight"><pre><code class="language-" data-lang="">The core problem is not the audience, is who you share out
</code></pre></div>
<p>Secondo Chris Poole, quando Google introdusse sul proprio social network la feature “circles”, ovvero la possibilita` di condividere i propri post solo con una parte dei propri followers (l&#8217;equivalente delle smart list di Facebook), si e` perso di vista il problema principale, ovvero che non importa l&#8217;audience bensi` quale versione di te condividi ).</p>
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<div class="posts">
<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/index.php/archives/78">
Tempo di elezioni
</a>
</h1>
<span class="post-date">12 Apr 2015</span>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align:center;">
<span style="color:#555555;display:inline !important;float:none;font-family:Helvetica, Arial, Helvetica, Geneva, sans-serif;font-style:normal;font-variant:normal;font-weight:normal;letter-spacing:normal;line-height:20px;text-align:left;text-indent:0;text-transform:none;white-space:normal;widows:1;word-spacing:0;"><span style="font-size:large;"><i>&#8220;Lutilizzo dei bambini per fini politici? Piuttosto abietto. </i></span></span>
</div>
<div style="text-align:center;">
<span style="color:#555555;display:inline !important;float:none;font-family:Helvetica, Arial, Helvetica, Geneva, sans-serif;font-style:normal;font-variant:normal;font-weight:normal;letter-spacing:normal;line-height:20px;text-align:left;text-indent:0;text-transform:none;white-space:normal;widows:1;word-spacing:0;"><span style="font-size:large;"><i>Perfino più abietto di quello degli agnellini imbracciati in periodo pasquale. Peggio di Giorgia Meloni immortalata dal verduraio o di Fassino che fissa lo schermo di un computer spento. Ma a parte questo la bimba bionda in questa foto sembra il cappello nero di Magritte: ruba la scena, segna con un gesto forse involontario il ridicolo che appesantisce laria.&#8221;</i></span></span>
</div>
</blockquote>
<div style="text-align:right;">
<a href="http://mantellini.it/" target="_blank">Massimo Mantellini</a>
</div>
<div class="separator" style="clear:both;text-align:center;">
<a href="http://www.mantellini.it/wp-content/uploads/2015/04/Schermata-2015-04-10-alle-23.55.01-600x507.jpg" style="margin-left:1em;margin-right:1em;"><img border="0" src="http://www.mantellini.it/wp-content/uploads/2015/04/Schermata-2015-04-10-alle-23.55.01-600x507.jpg" height="270" width="320" /></a>
</div>
<div class="separator" style="clear:both;text-align:center;">
<a href="http://www.mantellini.it/wp-content/uploads/2015/04/Schermata-2015-04-05-alle-18.14.54.jpg" style="margin-left:1em;margin-right:1em;"><img border="0" src="http://www.mantellini.it/wp-content/uploads/2015/04/Schermata-2015-04-05-alle-18.14.54.jpg" height="251" width="320" /></a>
</div>
<p><span id="goog_1004488977"></span><span id="goog_1004488978"></span></p>
</div>
<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/index.php/archives/82">

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<p>&copy; 2016. CC BY-SA 4.0 International </p>
<p>&copy; 2017. CC BY-SA 4.0 International </p>
</div>
</div>
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<div class="posts">
<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/pescewanda/2016/07/06/IM-services/">
Phone messaging apps comparison
</a>
</h1>
<span class="post-date">06 Jul 2016</span>
<p>I made this chart for a presentation at the <a href="https://cyber.law.harvard.edu/">Berkman Klein Center</a></p>
<table><thead>
<tr>
<th></th>
<th style="text-align: center">Whatsapp</th>
<th style="text-align: center">Telegram</th>
<th style="text-align: right">Signal</th>
</tr>
</thead><tbody>
<tr>
<td>Source code</td>
<td style="text-align: center">closed source</td>
<td style="text-align: center">open source</td>
<td style="text-align: right">open source</td>
</tr>
<tr>
<td>Api</td>
<td style="text-align: center">none</td>
<td style="text-align: center">various</td>
<td style="text-align: right">library</td>
</tr>
<tr>
<td>Encription protocol</td>
<td style="text-align: center">state of the art</td>
<td style="text-align: center">self made</td>
<td style="text-align: right">state of the art</td>
</tr>
<tr>
<td>Contact list location</td>
<td style="text-align: center">cloud</td>
<td style="text-align: center">cloud</td>
<td style="text-align: right">cloud, encrypted</td>
</tr>
<tr>
<td>Forward Secrecy</td>
<td style="text-align: center">yes</td>
<td style="text-align: center">yes</td>
<td style="text-align: right">yes</td>
</tr>
<tr>
<td>Database</td>
<td style="text-align: center">phone storage</td>
<td style="text-align: center">cloud</td>
<td style="text-align: right">phone storage</td>
</tr>
<tr>
<td>Backup capability</td>
<td style="text-align: center">Icloud or Gcloud</td>
<td style="text-align: center">builtin</td>
<td style="text-align: right">none</td>
</tr>
<tr>
<td>Revenue</td>
<td style="text-align: center">ads (Facebook)</td>
<td style="text-align: center">donation based</td>
<td style="text-align: right">donation based</td>
</tr>
<tr>
<td>Federation</td>
<td style="text-align: center">no</td>
<td style="text-align: center">no</td>
<td style="text-align: right">no</td>
</tr>
<tr>
<td>Alternative download location</td>
<td style="text-align: center">website</td>
<td style="text-align: center">F-Droid</td>
<td style="text-align: right">none</td>
</tr>
<tr>
<td>Uses third party services</td>
<td style="text-align: center">no</td>
<td style="text-align: center">no</td>
<td style="text-align: right">Google Cloud Messaging</td>
</tr>
<tr>
<td>Servers location</td>
<td style="text-align: center">US</td>
<td style="text-align: center">Russia</td>
<td style="text-align: right">US</td>
</tr>
<tr>
<td>Tied to mobile number</td>
<td style="text-align: center">yes</td>
<td style="text-align: center">yes, but nickname available</td>
<td style="text-align: right">yes</td>
</tr>
<tr>
<td>Desktop client</td>
<td style="text-align: center">no</td>
<td style="text-align: center">yes</td>
<td style="text-align: right">no</td>
</tr>
</tbody></table>
</div>
<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/pescewanda/2016/07/05/arduino_keyboard/">
@ -413,110 +520,6 @@ At the end, I ask, why would you choose anything else than the easiest and most
</div>
<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/pescewanda/2016/04/17/wright-nakamoto/">
#JeSuisSatoshiNakamoto
</a>
</h1>
<span class="post-date">17 Apr 2016</span>
<p>Ieri mattina appena sveglio mi sono imbattuto in questo <a href="http://gavinandresen.ninja/satoshi">post</a> di Gavin Andresen, uno dei più importanti membri della Bitcoin Foundation.
In quelle righe Gavin attribuisce l&#39;identità di Satoshi Nakamoto, il padre dei Bitcoin, a Craig Wright, un imprenditore australiano.
Sono stato subito scosso dall&#39;articolo, dove si spiega:</p>
<blockquote>
<p>Part of that time was spent on a careful cryptographic verification of messages signed with keys that only Satoshi should possess.</p>
</blockquote>
<p>Continuo la mia navigazione imbattendomi nei seguenti titoli di alcune testate italiane:</p>
<ul>
<li>Repubblica: <a href="http://www.repubblica.it/tecnologia/2016/05/02/news/l_imprenditore_australiano_craig_wright_sono_io_il_creatore_del_bitcoin_-138896449/?ref=HREC1-12%22">&quot;Bitcoin: il creatore sono io&quot;, l&#39;imprenditore australiano Craig Wright esce allo scoperto</a></li>
<li>La Stampa: <a href="http://www.lastampa.it/2016/05/02/economia/imprenditore-australiano-fa-coming-out-sono-linventore-del-bitcoin-l6G9XXHlFGXOavjRv4snQL/pagina.html">Imprenditore australiano fa coming out: sono linventore del Bitcoin</a></li>
<li>Il corriere della sera: <a href="http://www.corriere.it/economia/16_maggio_02/bitcoin-la-bbc-padre-l-australiano-craig-wright-ba2124ec-1043-11e6-aba7-a1898801ab6b.shtml">per la «Bbc» il padre è laustraliano Craig Wright</a></li>
<li>Il sole 24 ore: <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2016-05-02/scoperto-l-inventore-bitcoin-e-imprenditore-australiano-111525.shtml?uuid=ACMVhYJD">Scoperto linventore del Bitcoin: è un imprenditore australiano</a></li>
<li>Il Post: <a href="http://www.ilpost.it/2016/05/02/craig-wright-bitcoin/"> questuomo linventore dei Bitcoin?</a></li>
</ul>
<p>Gli articoli da clickbait e la completa mancanza di spiegazioni tecniche hanno fatto squillare immediatamente il mio campanello antibufala.
Voglio approfondire la questione in questo post.</p>
<h2 id="prova-numero-1-il-post-ufficiale-di-wright">Prova numero 1: il post ufficiale di Wright</h2>
<p>Craig Wright in data 2 maggio ha pubblicato sul suo sito personale questo <a href="http://www.drcraigwright.net/jean-paul-sartre-signing-significance/">articolo</a> dove spiega che utilizzando 10 chiavi private associate agli indirizzi utilizzati da Satoshi ha firmato dei messaggi inviati da alcuni giornalisti e mostra gli script utilizzati per la firma sotto forma di screenshots.
Prima di tutto, ad un&#39;analisi più attenta si vede che lo script di Wright ha un <a href="http://imgur.com/IPDPXZm">typo</a> e quindi non è eseguibile.
Il motivo per cui ho dubitato maggiormente però è il fatto che nonostante Wright abbia speso molto tempo nel suo blog post ha evitato di darci una prova riproducibile del fatto che la chiave privata di uno dei genesis block sia in suo possesso.
Quindi il post di Wright non basta a verificare che egli sia in effetti Nakamoto.</p>
<h2 id="prova-numero-2-jon-matonis-e-gavin-andresen">Prova numero 2: Jon Matonis e Gavin Andresen</h2>
<p>Il primo post che ho letto e che inizialmente mi aveva convinto della sincerità di Wright è stato il quello di Andersen. A poche ore da quella lettura ho appreso grazie ad un <a href="https://twitter.com/petertoddbtc/status/727078284345917441">tweet</a> che è stato revocato a Gavin l&#39;accesso ai commit relativi allo sviluppo di Bitcoin in quanto si sospetta che sia stato hackerato.
Così il post di Gavin ha perso ogni valore nel tentativo di chiarire la vicenda.
Invece ho ancora molti dubbi relativamente al post di <a href="http://themonetaryfuture.blogspot.sg/2016/05/how-i-met-satoshi.html">Matonis</a> (uno dei fondatori della Bitcoin Foundation) dove afferma che a Marzo Wright si è rivelato a lui firmando in sua presenza un messaggio con le chiavi crittografiche del blocco #1 e del blocco #9.
Queste sarebbero le prove decisive per dimostrare l&#39;autenticità delle affermazioni di Wright, ma non ne abbiamo prove pubbliche e riproducibili. Anzi, dal post si deduce che Wright abbia utilizzato il suo laptop personale piuttosto che un computer sicuramente non manomesso in precedenza.</p>
<h2 id="prova-numero-3-gavin-su-reddit">Prova numero 3: Gavin su Reddit</h2>
<p>Alcuni redditor in risposta al post di Gavin hanno chiesto a lui stesso maggiori dettagli. Questa è stata la <a href="https://www.reddit.com/r/btc/comments/4hfyyo/gavin_can_you_please_detail_all_parts_of_the/d2plygg">risposta</a> di Gavin:</p>
<blockquote>
<p>Craig signed a message that I chose (&quot;Gavin&#39;s favorite number is eleven. CSW&quot; if I recall correctly) using the private key from block number 1.
That signature was copied on to a clean usb stick I brought with me to London, and then validated on a brand-new laptop with a freshly downloaded copy of electrum.
I was not allowed to keep the message or laptop (fear it would leak before Official Announcement).
I don&#39;t have an explanation for the funky OpenSSL procedure in his blog post.</p>
</blockquote>
<p>Dall&#39;articolo di <a href="https://www.wired.com/2016/05/craig-wright-privately-proved-hes-bitcoins-creator/">Wired</a>:</p>
<blockquote>
<p>Andresen says an administrative assistant working with Wright left to buy a computer from a nearby store, and returned with what Andresen describes as a Windows laptop in a “factory-sealed” box.</p>
</blockquote>
<p>Naturalmente queste non sono prove sufficenti poichè non abbiamo la certezza che il portatile sia stato manomesso in anticipo.</p>
<h2 id="prova-numero-4-gli-articoli-di-bbc-ed-economist">Prova numero 4: gli articoli di BBC ed Economist</h2>
<p>Wright ha avuto un colloquio privato con la <a href="http://www.bbc.com/news/technology-36168863">BBC</a> e un giornalista dell&#39;Economist ed ha fornito delle prove che loro ritengono sufficenti a verificare le sue affermazioni.
Vorrei poter andare più in profondità con le affermazioni delle due testate, ma esse stesse non forniscono alcuna dimostrazione concreta delle procedure che Wright ha eseguito.
Si legge:</p>
<blockquote>
<p>At the meeting with the BBC, Mr Wright digitally signed messages using cryptographic keys created during the early days of Bitcoin&#39;s development. The keys are inextricably linked to blocks of bitcoins known to have been created or &quot;mined&quot; by Satoshi Nakamoto.</p>
</blockquote>
<p>In mancanza di una spiegazione più approfondita e prettamente tecnica non vedo perchè dovrei prendere queste parole per certe.</p>
<h2 id="prova-numero-5-gran-finale">Prova numero 5: Gran Finale</h2>
<p>L&#39;unica prova concreta che tutta la community ha a disposizione è la firma che Wright ha utilizzato per autenticarsi firmando il discorso in cui Sartre spiega perchè rinuncia al premio Nobel.
Questa firma: <code>MEUCIQDBKn1Uly8m0UyzETObUSL4wYdBfd4ejvtoQfVcNCIK4AIgZmMsXNQWHvo6KDd2Tu6euEl13VTC3ihl6XUlhcU+fM4=</code> non è altro che la versione esadecimale della <a href="https://blockchain.info/tx/828ef3b079f9c23829c56fe86e85b4a69d9e06e5b54ea597eef5fb3ffef509fe">transazione</a> che Satoshi ha fatto nel 2009.
Quella stringa (in base64) non è affatto una firma, bensì è un messaggio in chiaro: &quot;Wright, it is not the same as if I sign Craig Wright, Satoshi.\n\n&quot;.</p>
<hr>
<!--![Wright firma il genesis block](http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/satosh.jpg)-->
<h1 id="wikihow-how-to-claim-you-39-re-satoshi">wikiHow: how to claim you&#39;re Satoshi</h1>
<p>Charlie Lee, il creatore dei Litecoin su medium ci ha dato una <a href="https://decentralize.today/satoshilite-1e2dad89a017#.xljsji88r">dimostrazione</a> semplice e concisa di come il vero Satoshi si sarebbe dovuto autenticare.
Non abbiamo bisogno di colloqui privati, laptop nuovi di fabbrica e screenshot di script. Nei primi blocchi, i genesis blocks, rimangono registatrate un numero sufficiente di chiavi pubbliche appartenenti al creatore della blockchain.
Chiunque dichiari di essere Satoshi deve poter firmare un messaggio utilizzando una di quelle chiavi. Questo è quello che il creatore dei Litecoin mostra in 4 righe.
Ogni altra prova è discutibile e non necessaria.</p>
<h2 id="edit-22-12">EDIT 22:12</h2>
<p>Su Twitter il profilo ufficiale di Electrum <a href="https://mobile.twitter.com/ElectrumWallet/status/727366861592076288">scrive</a>:</p>
<blockquote>
<p>Note: There was no download of a signature file of electrum (.asc file) from a UK IP on Apr 7th.</p>
</blockquote>
<p>Questo significa che il 7 Aprile, quando Wright ha mostrato a Gavin le sue chiavi utilizzando Electrum, nessuna delle due parti si è preoccupata di verificare che il client fosse autentico. Questo invalida ulteriormente tutte le affermazioni di Gavin.</p>
</div>
</div>
<div class="pagination">

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<p>&copy; 2016. CC BY-SA 4.0 International </p>
<p>&copy; 2017. CC BY-SA 4.0 International </p>
</div>
</div>
@ -136,6 +136,110 @@
<div class="content container">
<div class="posts">
<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/pescewanda/2016/04/17/wright-nakamoto/">
#JeSuisSatoshiNakamoto
</a>
</h1>
<span class="post-date">17 Apr 2016</span>
<p>Ieri mattina appena sveglio mi sono imbattuto in questo <a href="http://gavinandresen.ninja/satoshi">post</a> di Gavin Andresen, uno dei più importanti membri della Bitcoin Foundation.
In quelle righe Gavin attribuisce l&#39;identità di Satoshi Nakamoto, il padre dei Bitcoin, a Craig Wright, un imprenditore australiano.
Sono stato subito scosso dall&#39;articolo, dove si spiega:</p>
<blockquote>
<p>Part of that time was spent on a careful cryptographic verification of messages signed with keys that only Satoshi should possess.</p>
</blockquote>
<p>Continuo la mia navigazione imbattendomi nei seguenti titoli di alcune testate italiane:</p>
<ul>
<li>Repubblica: <a href="http://www.repubblica.it/tecnologia/2016/05/02/news/l_imprenditore_australiano_craig_wright_sono_io_il_creatore_del_bitcoin_-138896449/?ref=HREC1-12%22">&quot;Bitcoin: il creatore sono io&quot;, l&#39;imprenditore australiano Craig Wright esce allo scoperto</a></li>
<li>La Stampa: <a href="http://www.lastampa.it/2016/05/02/economia/imprenditore-australiano-fa-coming-out-sono-linventore-del-bitcoin-l6G9XXHlFGXOavjRv4snQL/pagina.html">Imprenditore australiano fa coming out: sono linventore del Bitcoin</a></li>
<li>Il corriere della sera: <a href="http://www.corriere.it/economia/16_maggio_02/bitcoin-la-bbc-padre-l-australiano-craig-wright-ba2124ec-1043-11e6-aba7-a1898801ab6b.shtml">per la «Bbc» il padre è laustraliano Craig Wright</a></li>
<li>Il sole 24 ore: <a href="http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2016-05-02/scoperto-l-inventore-bitcoin-e-imprenditore-australiano-111525.shtml?uuid=ACMVhYJD">Scoperto linventore del Bitcoin: è un imprenditore australiano</a></li>
<li>Il Post: <a href="http://www.ilpost.it/2016/05/02/craig-wright-bitcoin/"> questuomo linventore dei Bitcoin?</a></li>
</ul>
<p>Gli articoli da clickbait e la completa mancanza di spiegazioni tecniche hanno fatto squillare immediatamente il mio campanello antibufala.
Voglio approfondire la questione in questo post.</p>
<h2 id="prova-numero-1-il-post-ufficiale-di-wright">Prova numero 1: il post ufficiale di Wright</h2>
<p>Craig Wright in data 2 maggio ha pubblicato sul suo sito personale questo <a href="http://www.drcraigwright.net/jean-paul-sartre-signing-significance/">articolo</a> dove spiega che utilizzando 10 chiavi private associate agli indirizzi utilizzati da Satoshi ha firmato dei messaggi inviati da alcuni giornalisti e mostra gli script utilizzati per la firma sotto forma di screenshots.
Prima di tutto, ad un&#39;analisi più attenta si vede che lo script di Wright ha un <a href="http://imgur.com/IPDPXZm">typo</a> e quindi non è eseguibile.
Il motivo per cui ho dubitato maggiormente però è il fatto che nonostante Wright abbia speso molto tempo nel suo blog post ha evitato di darci una prova riproducibile del fatto che la chiave privata di uno dei genesis block sia in suo possesso.
Quindi il post di Wright non basta a verificare che egli sia in effetti Nakamoto.</p>
<h2 id="prova-numero-2-jon-matonis-e-gavin-andresen">Prova numero 2: Jon Matonis e Gavin Andresen</h2>
<p>Il primo post che ho letto e che inizialmente mi aveva convinto della sincerità di Wright è stato il quello di Andersen. A poche ore da quella lettura ho appreso grazie ad un <a href="https://twitter.com/petertoddbtc/status/727078284345917441">tweet</a> che è stato revocato a Gavin l&#39;accesso ai commit relativi allo sviluppo di Bitcoin in quanto si sospetta che sia stato hackerato.
Così il post di Gavin ha perso ogni valore nel tentativo di chiarire la vicenda.
Invece ho ancora molti dubbi relativamente al post di <a href="http://themonetaryfuture.blogspot.sg/2016/05/how-i-met-satoshi.html">Matonis</a> (uno dei fondatori della Bitcoin Foundation) dove afferma che a Marzo Wright si è rivelato a lui firmando in sua presenza un messaggio con le chiavi crittografiche del blocco #1 e del blocco #9.
Queste sarebbero le prove decisive per dimostrare l&#39;autenticità delle affermazioni di Wright, ma non ne abbiamo prove pubbliche e riproducibili. Anzi, dal post si deduce che Wright abbia utilizzato il suo laptop personale piuttosto che un computer sicuramente non manomesso in precedenza.</p>
<h2 id="prova-numero-3-gavin-su-reddit">Prova numero 3: Gavin su Reddit</h2>
<p>Alcuni redditor in risposta al post di Gavin hanno chiesto a lui stesso maggiori dettagli. Questa è stata la <a href="https://www.reddit.com/r/btc/comments/4hfyyo/gavin_can_you_please_detail_all_parts_of_the/d2plygg">risposta</a> di Gavin:</p>
<blockquote>
<p>Craig signed a message that I chose (&quot;Gavin&#39;s favorite number is eleven. CSW&quot; if I recall correctly) using the private key from block number 1.
That signature was copied on to a clean usb stick I brought with me to London, and then validated on a brand-new laptop with a freshly downloaded copy of electrum.
I was not allowed to keep the message or laptop (fear it would leak before Official Announcement).
I don&#39;t have an explanation for the funky OpenSSL procedure in his blog post.</p>
</blockquote>
<p>Dall&#39;articolo di <a href="https://www.wired.com/2016/05/craig-wright-privately-proved-hes-bitcoins-creator/">Wired</a>:</p>
<blockquote>
<p>Andresen says an administrative assistant working with Wright left to buy a computer from a nearby store, and returned with what Andresen describes as a Windows laptop in a “factory-sealed” box.</p>
</blockquote>
<p>Naturalmente queste non sono prove sufficenti poichè non abbiamo la certezza che il portatile sia stato manomesso in anticipo.</p>
<h2 id="prova-numero-4-gli-articoli-di-bbc-ed-economist">Prova numero 4: gli articoli di BBC ed Economist</h2>
<p>Wright ha avuto un colloquio privato con la <a href="http://www.bbc.com/news/technology-36168863">BBC</a> e un giornalista dell&#39;Economist ed ha fornito delle prove che loro ritengono sufficenti a verificare le sue affermazioni.
Vorrei poter andare più in profondità con le affermazioni delle due testate, ma esse stesse non forniscono alcuna dimostrazione concreta delle procedure che Wright ha eseguito.
Si legge:</p>
<blockquote>
<p>At the meeting with the BBC, Mr Wright digitally signed messages using cryptographic keys created during the early days of Bitcoin&#39;s development. The keys are inextricably linked to blocks of bitcoins known to have been created or &quot;mined&quot; by Satoshi Nakamoto.</p>
</blockquote>
<p>In mancanza di una spiegazione più approfondita e prettamente tecnica non vedo perchè dovrei prendere queste parole per certe.</p>
<h2 id="prova-numero-5-gran-finale">Prova numero 5: Gran Finale</h2>
<p>L&#39;unica prova concreta che tutta la community ha a disposizione è la firma che Wright ha utilizzato per autenticarsi firmando il discorso in cui Sartre spiega perchè rinuncia al premio Nobel.
Questa firma: <code>MEUCIQDBKn1Uly8m0UyzETObUSL4wYdBfd4ejvtoQfVcNCIK4AIgZmMsXNQWHvo6KDd2Tu6euEl13VTC3ihl6XUlhcU+fM4=</code> non è altro che la versione esadecimale della <a href="https://blockchain.info/tx/828ef3b079f9c23829c56fe86e85b4a69d9e06e5b54ea597eef5fb3ffef509fe">transazione</a> che Satoshi ha fatto nel 2009.
Quella stringa (in base64) non è affatto una firma, bensì è un messaggio in chiaro: &quot;Wright, it is not the same as if I sign Craig Wright, Satoshi.\n\n&quot;.</p>
<hr>
<!--![Wright firma il genesis block](http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/satosh.jpg)-->
<h1 id="wikihow-how-to-claim-you-39-re-satoshi">wikiHow: how to claim you&#39;re Satoshi</h1>
<p>Charlie Lee, il creatore dei Litecoin su medium ci ha dato una <a href="https://decentralize.today/satoshilite-1e2dad89a017#.xljsji88r">dimostrazione</a> semplice e concisa di come il vero Satoshi si sarebbe dovuto autenticare.
Non abbiamo bisogno di colloqui privati, laptop nuovi di fabbrica e screenshot di script. Nei primi blocchi, i genesis blocks, rimangono registatrate un numero sufficiente di chiavi pubbliche appartenenti al creatore della blockchain.
Chiunque dichiari di essere Satoshi deve poter firmare un messaggio utilizzando una di quelle chiavi. Questo è quello che il creatore dei Litecoin mostra in 4 righe.
Ogni altra prova è discutibile e non necessaria.</p>
<h2 id="edit-22-12">EDIT 22:12</h2>
<p>Su Twitter il profilo ufficiale di Electrum <a href="https://mobile.twitter.com/ElectrumWallet/status/727366861592076288">scrive</a>:</p>
<blockquote>
<p>Note: There was no download of a signature file of electrum (.asc file) from a UK IP on Apr 7th.</p>
</blockquote>
<p>Questo significa che il 7 Aprile, quando Wright ha mostrato a Gavin le sue chiavi utilizzando Electrum, nessuna delle due parti si è preoccupata di verificare che il client fosse autentico. Questo invalida ulteriormente tutte le affermazioni di Gavin.</p>
</div>
<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/pescewanda/2016/04/17/kpd-player/">
@ -273,61 +377,6 @@ The bot can be added to your contact list by simply searching for <a href="http:
<p>All the code is opensource and can be found on my github page.</p>
<p>Francesco Mecca</p>
</div>
<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/pescewanda/2016/04/02/blog-migrated/">
How I migrated to a static blog
</a>
</h1>
<span class="post-date">02 Apr 2016</span>
<p>Until one week ago my blog was hosted at my house, on a raspberrypi with debian + wordpress. I was not satisfied by my setup because given the minimal size of my blog and the really scarce content I post every now and then, a full LLMP stack was overblown.
I decided to change distribution (my server now runs <a href="http://www.voidlinux.eu/">Void</a>) and to migrate to a static blog without CMS nor PHP.</p>
<h1 id="welcome-to-jekyll-and-hyde">Welcome to Jekyll and Hyde</h1>
<p>The process of migration was rather painless.
First of all I installed ruby on my desktop computer, then via ruby gems I installed jekyll:</p>
<p><code>gem install jekyll</code></p>
<p><code>gem install jekyll-gist</code></p>
<p><code>gem install jekyll-paginate</code></p>
<p>I used a <a href="https://wordpress.org/plugins/jekyll-exporter/">wordpress plugin</a> to copy all my old posts.
Then I cloned from <a href="https://github.com/poole/hyde">git</a> the Hyde theme which you can see a demo <a href="http://hyde.getpoole.com/">here</a> and corrected a pair of warning that jekyll printed on my terminal. Actually the <a href="http://jekyllrb.com/docs">jekyll docs</a> are quite complete and covered all the errors that I encountered.</p>
<p>Jekyll structure is quite simple to understand: in the folder _post/ there are your post in markdown format (remember to delete the examples in that folder);
in the root the are some files that should be modified: the about.md file, the 404 page and index.html that is the frontpage of the blog;
finally _config.yml contains the general configuration for the website and should be adjusted to your own likings.
When Jekyll builds a website it parses all the markdown files and stores them in _site folder. Jekyll uses the html files in _layouts and _includes to render the markdown files.A</p>
<p>I added a simple <a href="http://francescomecca.eu/archive/">archive page</a> following the little piece of code in <a href="http://joshualande.com/jekyll-github-pages-poole/">this page</a></p>
<div class="highlight"><pre><code class="language-" data-lang="">---
layout: page
title: Archive
---
## Blog Posts
{% for post in site.posts %}
* {{ post.date | date_to_string }} &amp;raquo; [ {{ post.title }} ]({{ post.url }})
{% endfor %}:wq
</code></pre></div>
<p>I noticed that in _includes/head.html there is this line:</p>
<div class="highlight"><pre><code class="language-" data-lang="">&lt;link href='https://fonts.googleapis.com/css?family=Open+Sans:400,300,700,800,600' rel='stylesheet' type='text/css'
</code></pre></div>
<p>so I proceed to remove it because is not needed for my blog.
Finally I put a link to the archive, my github page and the atom feed on the sidebar by simple adding a href on _includes/sidebar.html.</p>
<p>I did not proceed with further modifications but there are tons of possibilities with jekyll. I think that the main advantages are the fact that you don&#39;t have to manage html code when writing a new post and that everything can be done via cli.</p>
<p>Francesco Mecca</p>
</div>

View file

@ -123,7 +123,7 @@
<span class="sidebar-nav-item" href="" >Powered by Jekyll and Hyde</span>
</nav>
<p>&copy; 2016. CC BY-SA 4.0 International </p>
<p>&copy; 2017. CC BY-SA 4.0 International </p>
</div>
</div>
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<div class="posts">
<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/pescewanda/2016/04/02/blog-migrated/">
How I migrated to a static blog
</a>
</h1>
<span class="post-date">02 Apr 2016</span>
<p>Until one week ago my blog was hosted at my house, on a raspberrypi with debian + wordpress. I was not satisfied by my setup because given the minimal size of my blog and the really scarce content I post every now and then, a full LLMP stack was overblown.
I decided to change distribution (my server now runs <a href="http://www.voidlinux.eu/">Void</a>) and to migrate to a static blog without CMS nor PHP.</p>
<h1 id="welcome-to-jekyll-and-hyde">Welcome to Jekyll and Hyde</h1>
<p>The process of migration was rather painless.
First of all I installed ruby on my desktop computer, then via ruby gems I installed jekyll:</p>
<p><code>gem install jekyll</code></p>
<p><code>gem install jekyll-gist</code></p>
<p><code>gem install jekyll-paginate</code></p>
<p>I used a <a href="https://wordpress.org/plugins/jekyll-exporter/">wordpress plugin</a> to copy all my old posts.
Then I cloned from <a href="https://github.com/poole/hyde">git</a> the Hyde theme which you can see a demo <a href="http://hyde.getpoole.com/">here</a> and corrected a pair of warning that jekyll printed on my terminal. Actually the <a href="http://jekyllrb.com/docs">jekyll docs</a> are quite complete and covered all the errors that I encountered.</p>
<p>Jekyll structure is quite simple to understand: in the folder _post/ there are your post in markdown format (remember to delete the examples in that folder);
in the root the are some files that should be modified: the about.md file, the 404 page and index.html that is the frontpage of the blog;
finally _config.yml contains the general configuration for the website and should be adjusted to your own likings.
When Jekyll builds a website it parses all the markdown files and stores them in _site folder. Jekyll uses the html files in _layouts and _includes to render the markdown files.A</p>
<p>I added a simple <a href="http://francescomecca.eu/archive/">archive page</a> following the little piece of code in <a href="http://joshualande.com/jekyll-github-pages-poole/">this page</a></p>
<div class="highlight"><pre><code class="language-" data-lang="">---
layout: page
title: Archive
---
## Blog Posts
{% for post in site.posts %}
* {{ post.date | date_to_string }} &amp;raquo; [ {{ post.title }} ]({{ post.url }})
{% endfor %}:wq
</code></pre></div>
<p>I noticed that in _includes/head.html there is this line:</p>
<div class="highlight"><pre><code class="language-" data-lang="">&lt;link href='https://fonts.googleapis.com/css?family=Open+Sans:400,300,700,800,600' rel='stylesheet' type='text/css'
</code></pre></div>
<p>so I proceed to remove it because is not needed for my blog.
Finally I put a link to the archive, my github page and the atom feed on the sidebar by simple adding a href on _includes/sidebar.html.</p>
<p>I did not proceed with further modifications but there are tons of possibilities with jekyll. I think that the main advantages are the fact that you don&#39;t have to manage html code when writing a new post and that everything can be done via cli.</p>
<p>Francesco Mecca</p>
</div>
<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/index.php/archives/207">
@ -282,7 +337,7 @@ perl-cleaner --all</pre>
<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/index.php/archives/177">
56 secondi di celebrita`
56 secondi di celebritá
</a>
</h1>
@ -365,70 +420,6 @@ perl-cleaner --all</pre>
</div>
<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/index.php/archives/99">
A pochi metri da Stallman
</a>
</h1>
<span class="post-date">21 Jul 2015</span>
<p><span style="font-family: inherit;">Il 25 giugno sono stato alla presentazione del master di primo livello in “<a href="http://nexacenter.org/2015/06/master-software-libero">Management del Software Libero</a>”, che si e` tenuto nella sala della palazzo della Regione Piemonte. </span></p>
<p><span style="font-family: inherit;"><br /> Non mento dicendo che a questo incontro ci sono andato principalmente per ascoltare il professor <a href="https://www.youtube.com/watch?v=gdsd2L_pqs4">Angelo Meo</a> (che ha aiutato a curare parte del programma del master) e <a href="http://stallman.org/">Richard Stallman</a>. </span></p>
<table class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;" cellspacing="0" cellpadding="0" align="center">
<tr>
<td style="text-align: center;">
<a style="margin-left: auto; margin-right: auto;" href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/5d468-photo181239520039119435.jpg"><img src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/5d468-photo181239520039119435.jpg?w=300" alt="" width="400" height="300" border="0" /></a>
</td>
</tr>
<tr>
<td class="tr-caption" style="text-align: center;">
foto originale distribuita in <a href="https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/">CC-by-nd-nc</a>
</td>
</tr>
</table>
<p><span style="font-family: inherit;"> Il master, ha spiegato Meo, si occupa di fornire le competenze necessarie per permettere un&#8217;analisi precisa costi / benefici nel momento della transizione verso il free software all&#8217;interno di un&#8217;azienda, transizione che deve essere priva di attriti e semplice per i dipendenti.</span></p>
<p><span style="font-family: inherit;">Per questo si compie un percorso di studi che tratta gli aspetti giuridici ed economici, oltre che tecnologici.<br /> </span></p>
<p><span style="font-family: inherit;">Infine Meo ha ricordato di come Internet sia tanto madre quanto figlia del software libero e ci ha brevemente ricordato di come Torino <a href="http://torino.repubblica.it/cronaca/2014/08/03/news/il_comune_rinnova_i_pc_e_d_laddio_a_microsoft_risparmiamo_6_milioni-93067980/">ha risparmiato 6 milioni di euro</a>.<br /> </span></p>
<p><span style="font-family: inherit;">Il keynote di Stallman invece e` stato una piacevole introduzione al software libero per i neofiti, in particolare: </span></p>
<ul>
<li><span style="font-family: inherit;"> </span><span style="font-family: inherit;">Microsoft, Apple e i <a href="https://www.fsf.org/campaigns/drm.html">DRM</a>; </span></li>
<li><span style="font-family: inherit;"> </span><span style="font-family: inherit;">4 liberta` fondamentali del software libero; </span></li>
<li><span style="font-family: inherit;"> </span><span style="font-family: inherit;"><a href="https://www.gnu.org/philosophy/open-source-misses-the-point.html">open source != FOSS</a>;</span></li>
<li><span style="font-family: inherit;"> </span><span style="font-family: inherit;">limiti del software proprietario per l&#8217;utente finale.</span></li>
</ul>
<table class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;" cellspacing="0" cellpadding="0" align="center">
<tr>
<td style="text-align: center;">
<a style="margin-left: auto; margin-right: auto;" href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/633e7-192-168-0-152.jpe"><img src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/633e7-192-168-0-152.jpe?w=300" alt="" width="400" height="300" border="0" /></a>
</td>
</tr>
<tr>
<td class="tr-caption" style="text-align: center;">
Saint IGNUcius della chiesa di Emacs, foto originale
</td>
</tr>
</table>
<p><span style="font-family: inherit;">Sono state indimenticabili le espressioni dei 2 relatori quando Stallman ha indossato la veste di <a href="https://stallman.org/cgi-bin/showpage.cgi?path=/saint.html&term=saint&type=norm&case=0">Saint IGNUcius</a> e quando ha aperto l&#8217;asta per un peluche di gnu, mascotte della FSF. </span></p>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: inherit;">Francesco Mecca </span>
</div>
</div>
</div>
<div class="pagination">

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<div class="posts">
<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/index.php/archives/99">
A pochi metri da Stallman
</a>
</h1>
<span class="post-date">21 Jul 2015</span>
<p><span style="font-family: inherit;">Il 25 giugno sono stato alla presentazione del master di primo livello in “<a href="http://nexacenter.org/2015/06/master-software-libero">Management del Software Libero</a>”, che si e` tenuto nella sala della palazzo della Regione Piemonte. </span></p>
<p><span style="font-family: inherit;"><br /> Non mento dicendo che a questo incontro ci sono andato principalmente per ascoltare il professor <a href="https://www.youtube.com/watch?v=gdsd2L_pqs4">Angelo Meo</a> (che ha aiutato a curare parte del programma del master) e <a href="http://stallman.org/">Richard Stallman</a>. </span></p>
<table class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;" cellspacing="0" cellpadding="0" align="center">
<tr>
<td style="text-align: center;">
<a style="margin-left: auto; margin-right: auto;" href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/5d468-photo181239520039119435.jpg"><img src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/5d468-photo181239520039119435.jpg?w=300" alt="" width="400" height="300" border="0" /></a>
</td>
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<tr>
<td class="tr-caption" style="text-align: center;">
foto originale distribuita in <a href="https://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/">CC-by-nd-nc</a>
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</table>
<p><span style="font-family: inherit;"> Il master, ha spiegato Meo, si occupa di fornire le competenze necessarie per permettere un&#8217;analisi precisa costi / benefici nel momento della transizione verso il free software all&#8217;interno di un&#8217;azienda, transizione che deve essere priva di attriti e semplice per i dipendenti.</span></p>
<p><span style="font-family: inherit;">Per questo si compie un percorso di studi che tratta gli aspetti giuridici ed economici, oltre che tecnologici.<br /> </span></p>
<p><span style="font-family: inherit;">Infine Meo ha ricordato di come Internet sia tanto madre quanto figlia del software libero e ci ha brevemente ricordato di come Torino <a href="http://torino.repubblica.it/cronaca/2014/08/03/news/il_comune_rinnova_i_pc_e_d_laddio_a_microsoft_risparmiamo_6_milioni-93067980/">ha risparmiato 6 milioni di euro</a>.<br /> </span></p>
<p><span style="font-family: inherit;">Il keynote di Stallman invece e` stato una piacevole introduzione al software libero per i neofiti, in particolare: </span></p>
<ul>
<li><span style="font-family: inherit;"> </span><span style="font-family: inherit;">Microsoft, Apple e i <a href="https://www.fsf.org/campaigns/drm.html">DRM</a>; </span></li>
<li><span style="font-family: inherit;"> </span><span style="font-family: inherit;">4 liberta` fondamentali del software libero; </span></li>
<li><span style="font-family: inherit;"> </span><span style="font-family: inherit;"><a href="https://www.gnu.org/philosophy/open-source-misses-the-point.html">open source != FOSS</a>;</span></li>
<li><span style="font-family: inherit;"> </span><span style="font-family: inherit;">limiti del software proprietario per l&#8217;utente finale.</span></li>
</ul>
<table class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;" cellspacing="0" cellpadding="0" align="center">
<tr>
<td style="text-align: center;">
<a style="margin-left: auto; margin-right: auto;" href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/633e7-192-168-0-152.jpe"><img src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/633e7-192-168-0-152.jpe?w=300" alt="" width="400" height="300" border="0" /></a>
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</tr>
<tr>
<td class="tr-caption" style="text-align: center;">
Saint IGNUcius della chiesa di Emacs, foto originale
</td>
</tr>
</table>
<p><span style="font-family: inherit;">Sono state indimenticabili le espressioni dei 2 relatori quando Stallman ha indossato la veste di <a href="https://stallman.org/cgi-bin/showpage.cgi?path=/saint.html&term=saint&type=norm&case=0">Saint IGNUcius</a> e quando ha aperto l&#8217;asta per un peluche di gnu, mascotte della FSF. </span></p>
<div style="text-align: right;">
<span style="font-family: inherit;">Francesco Mecca </span>
</div>
</div>
<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/index.php/archives/100">
@ -496,85 +560,6 @@ echo Complete.
</div>
<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/index.php/archives/104">
L&#8217;FBI contro la crittografia
</a>
</h1>
<span class="post-date">13 Jun 2015</span>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Un argomento sul quale si è discusso molto negli ultimi tempi è quello della crittografia dei dati, un ufficiale dellFBI ha testimoniato che lo scopo delle forze dellordine è quello di collaborare con una società tecnologica per prevenire la crittografia. Anche se le compagnie non dovrebbero mettere laccesso alla crittazione dei clienti prima di preoccupazioni per la sicurezza nazionale, perché la maggiore priorità del governo è quella di prevenire luso di tecnologie che proteggono ogni cosa che le persone fanno online. Il loro scopo non è quello di usare una “back door”, termine usato dagli esperti per descrivere punti di accesso integrati, ma quello di accedere ai contenuti dopo essere passati per un processo giudiziario.
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/90e0d-encryption_2.jpg"><img src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/90e0d-encryption_2.jpg?w=300" alt="" width="320" height="320" border="0" /></a>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: xx-small;">presa da: <a href="http://www.tophdgallery.com/7-zip-encryption.html">tophdgallery</a></span>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Dopo le rivelazioni da parte di Edward Snowden dello spionaggio dellNSA, alcune compagnie tecnologiche, quali per esempio Apple, hanno iniziato a proteggere i propri utenti con la crittografia, usandone una chiamata “end-to-end”, dove solo colui che manda e che riceve il messaggio sono in grado di leggerlo. Così queste compagnie non possono provvedere laccesso alle forze dellordine, pure se munite di un ordine del tribunale.
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Daltra parte questa situazione permette la sicurezza anche di criminali, rendendo più difficile alle forze dellordine di rintracciarli.
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Alcuni esperti di crittografia affermano che usare questo tipo di soluzioni potrebbe compromettere la sicurezza, perché non cè garanzia che un cracker non possa utilizzare la stessa “back door”. Per risolvere questo problema Michael Rogers ha pensato di dividere le chiavi per decodificare il messaggio per rendere più difficile la crittografia agli crackers.
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<p>&nbsp;</p>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Recentemente sono stati approvati due emendamenti per gli stanziamenti a un disegno di legge. Il primo, da Zoe Lofgren e Ted Poe, bloccherebbe al governo di forzare una compagnia per modificare misure di sicurezza per spiare gli utenti. Il secondo, da Thomas Massie, stopperebbe i fondi previsti per le agenzie che stabiliscono gli standard crittografici dallessere usati per consultarsi con lNSA a meno che non rafforzi la sicurezza delle informazioni.
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
fonte: <a href="http://www.washingtonpost.com/blogs/the-switch/wp/2015/06/04/fbi-official-companies-should-help-us-prevent-encryption-above-all-else/">washingtonpost</a>
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<div class="MsoNormal" style="text-align: right;">
Gabriele Corso
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@ -123,7 +123,7 @@
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<p>&copy; 2016. CC BY-SA 4.0 International </p>
<p>&copy; 2017. CC BY-SA 4.0 International </p>
</div>
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@ -136,6 +136,85 @@
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<div class="posts">
<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/index.php/archives/104">
L&#8217;FBI contro la crittografia
</a>
</h1>
<span class="post-date">13 Jun 2015</span>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Un argomento sul quale si è discusso molto negli ultimi tempi è quello della crittografia dei dati, un ufficiale dellFBI ha testimoniato che lo scopo delle forze dellordine è quello di collaborare con una società tecnologica per prevenire la crittografia. Anche se le compagnie non dovrebbero mettere laccesso alla crittazione dei clienti prima di preoccupazioni per la sicurezza nazionale, perché la maggiore priorità del governo è quella di prevenire luso di tecnologie che proteggono ogni cosa che le persone fanno online. Il loro scopo non è quello di usare una “back door”, termine usato dagli esperti per descrivere punti di accesso integrati, ma quello di accedere ai contenuti dopo essere passati per un processo giudiziario.
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<a style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/90e0d-encryption_2.jpg"><img src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/90e0d-encryption_2.jpg?w=300" alt="" width="320" height="320" border="0" /></a>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-size: xx-small;">presa da: <a href="http://www.tophdgallery.com/7-zip-encryption.html">tophdgallery</a></span>
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
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<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Dopo le rivelazioni da parte di Edward Snowden dello spionaggio dellNSA, alcune compagnie tecnologiche, quali per esempio Apple, hanno iniziato a proteggere i propri utenti con la crittografia, usandone una chiamata “end-to-end”, dove solo colui che manda e che riceve il messaggio sono in grado di leggerlo. Così queste compagnie non possono provvedere laccesso alle forze dellordine, pure se munite di un ordine del tribunale.
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Daltra parte questa situazione permette la sicurezza anche di criminali, rendendo più difficile alle forze dellordine di rintracciarli.
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<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
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Alcuni esperti di crittografia affermano che usare questo tipo di soluzioni potrebbe compromettere la sicurezza, perché non cè garanzia che un cracker non possa utilizzare la stessa “back door”. Per risolvere questo problema Michael Rogers ha pensato di dividere le chiavi per decodificare il messaggio per rendere più difficile la crittografia agli crackers.
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<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
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<p>&nbsp;</p>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
Recentemente sono stati approvati due emendamenti per gli stanziamenti a un disegno di legge. Il primo, da Zoe Lofgren e Ted Poe, bloccherebbe al governo di forzare una compagnia per modificare misure di sicurezza per spiare gli utenti. Il secondo, da Thomas Massie, stopperebbe i fondi previsti per le agenzie che stabiliscono gli standard crittografici dallessere usati per consultarsi con lNSA a meno che non rafforzi la sicurezza delle informazioni.
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<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
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<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
fonte: <a href="http://www.washingtonpost.com/blogs/the-switch/wp/2015/06/04/fbi-official-companies-should-help-us-prevent-encryption-above-all-else/">washingtonpost</a>
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<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
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<div class="MsoNormal" style="text-align: right;">
Gabriele Corso
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<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/index.php/archives/13">
@ -419,11 +498,8 @@ Command successful.</pre>
<p>Nel mare di Internet assistiamo a due spiagge molto lontane che delimitano lo spazio della nostra attivita`: l&#8217;anonimato e l&#8217;identita` virtuale (che ci identifica nel mondo reale).</p>
<p>E` un po` come misurare i due poli opposti, Facebook e Google Plus che richiedono il tuo nome vero e quindi ogni attivita` online e` un riflesso del proprio io reale, e 4chan, una delle poche risorse anonime nel Web che permette a ciascun utente di fare post anonimi e discutere quindi senza una forma di censura.</p>
<h3 id="><span style="font-size: large;"><span style="font-weight: normal;"> </span></span></h3>
<h4 id="the-core-problem-is-not-the-audience-is-who-you-share-out"><span style="font-size: large;"><span style="font-weight: normal;">The core problem is not the audience, is who you share out</span></span></h4>
<div class="highlight"><pre><code class="language-" data-lang="">The core problem is not the audience, is who you share out
</code></pre></div>
<p>Secondo Chris Poole, quando Google introdusse sul proprio social network la feature “circles”, ovvero la possibilita` di condividere i propri post solo con una parte dei propri followers (l&#8217;equivalente delle smart list di Facebook), si e` perso di vista il problema principale, ovvero che non importa l&#8217;audience bensi` quale versione di te condividi ).</p>
<table class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;" cellspacing="0" cellpadding="0" align="center">
@ -462,86 +538,6 @@ Command successful.</pre>
</div>
<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/index.php/archives/27">
Defend yourself: crittografia e &#8220;plausible deniability&#8221;
</a>
</h1>
<span class="post-date">22 May 2015</span>
<p>Nel 2000, ben molto prima dello scandalo datagate, prima perfino dell&#8217;attacco alle torri gemelle, il Parlamento inglese approvo` una legge sulla sorveglianza di massa.<br>
Questa legge, intitolata <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Regulation_of_Investigatory_Powers_Act_2000">RIPA</a>, Regulation of Investigatory Powers Act, interviene su come il corpo di polizia puo` condurre le investigazioni telematiche. </p>
<p>Con questa legge viene permesso: </p>
<ul>
<li>l&#8217;accesso ai dati dell&#8217;ISP, in segreto;</li>
<li>monitoraggio indiscriminato delle comunicazioni in transito e delle attivita` online;</li>
<li>permette di non rivelare davanti alla Corte i dati raccolti. </li>
</ul>
<p>L&#8217;aspetto piu` terribile di questa legge in ultimo e` la possibilita`, da parte degli investigatori, di obbligare il sospetto a rivelare le proprie chiavi crittografiche con le quali ha criptato i propri hard disk, i propri messaggi o le email. </p>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left:auto;margin-right:auto;text-align:center;">
<tr>
<td style="text-align:center;">
<a href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/5673d-unclesamlistensin.jpg" style="margin-left:auto;margin-right:auto;"><img border="0" height="640" src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/5673d-unclesamlistensin.jpg?w=225" width="480" /></a>
</td>
</tr>
<tr>
<td class="tr-caption" style="text-align:center;">
Graffito a Columbus, Ohio (foto di <a href="https://secure.flickr.com/photos/jeffschuler/2585181312/in/set-72157604249628154">Jeff Schuler</a>)
</td>
</tr>
</table>
<p>Vi sono due metodi per difendersi da questa che ritengo una orribile prevaricazione:<br>
Il primo e piu` svantaggioso e` il <em>nuke</em>, ovvero l&#8217;eliminazione dei dati: l&#8217;utente rivela una password, non quella per accedere ai dati criptati,ma una che una volta inserita sovrascrive permanentemente le chiavi crittografiche, rendendo cosi` impossibile l&#8217;accesso. </p>
<p>In Linux questa funzione e` implementata da <a href="https://gitlab.com/cryptsetup/cryptsetup/blob/master/README.md">LUKS</a> attraverso una patch distribuita dagli sviluppatori di <a href="https://www.kali.org/tutorials/emergency-self-destruction-luks-kali/">Kali Linux</a>.</p>
<p>Il secondo metodo invece si basa sull&#8217;ingegneria sociale, oltre che su una buona soluzione software.<br>
Un volume crittografico sicuro non ha alcuna firma digitale ed e` indistinguibile da un pugno di dati random. Per questo motivo posso includere un secondo volume all&#8217;interno del primo e proteggere ciascuno di essi con una password differente.</p>
<p>Ad esempio supponiamo che io abbia un volume da due GiB diviso in due sottovolumi da 1 GiB l&#8217;uno. Se dovessi essere interrogato o torturato affinche&#8217; ceda la password, posso fornire la chiave di uno solo dei due volumi, dove non tengo files sensibili ma dati che non possono incriminarmi e cosi` il secondo volume rimane nascosto. Questo sistema di protezione e` nominato: “Plausible Deniability”. </p>
<p>Nel 1997 Julian Assange (il fondatore di <a href="https://wikileaks.org/index.en.html">Wikileaks</a>) insieme a Suelette Dreyfus e Ralf Weinmann ha sviluppato Marutukku, piu` semplicemente chiamato RubberhoseFS, ovvero un insieme di file system che proteggono i dati dell&#8217;utente e forniscono la “deniability”. </p>
<p>Tecnicamente il progetto consiste in varie porzioni di dati criptati che riempiono il drive. Ogni porzione ha la propria password, la propria mappatura e ciascuno una chiave crittografica differente: quando si decritta un pezzo esso appare come l&#8217;intero drive e cosi` non permette di sapere quanti altri volumi con dati differenti sono allocati nell&#8217;hard disk. Lo sviluppo di Rubberhose e` stato interrotto benche` sia disponibile in alpha per Linux, FreeBsd e NetBsd. </p>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float:left;margin-right:1em;text-align:left;">
<tr>
<td style="text-align:center;">
<a href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/0dcb9-truec.jpg" style="clear:left;margin-bottom:1em;margin-left:auto;margin-right:auto;"><img border="0" height="228" src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/0dcb9-truec.jpg?w=300" width="400" /></a>
</td>
</tr>
<tr>
<td class="tr-caption" style="text-align:center;">
Il menu creazione volume di Truecrypt 7.1a su GNU/Linux
</td>
</tr>
</table>
<p>Un altro noto software che implementa la deniability e` <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/TrueCrypt">Truecrypt</a>.<br>
Questo sofware crittografico, coperto da un velo di mistero da quando il 28 maggio 2014 gli sviluppatori hanno <a href="http://r.duckduckgo.com/l/?kh=-1&amp;uddg=http%3A%2F%2Farstechnica.com%2Fsecurity%2F2014%2F05%2Ftruecrypt-is-not-secure-official-sourceforge-page-abruptly-warns%2F">inspiegabilmente</a> terminato lo sviluppo, e` probabilmente uno dei piu` avanzati, sottoposto ad audit, ha dato dimostrazione della sua corretta implementazione crittografica con il caso di Daniel Dantas (<a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Daniel_Dantas_%28entrepreneur%29">Operation Satyagraha)</a>.<br>
Truecrypt permette di creare un volume crittografico che si presenta come un file ma viene gestito, quando aperto correttamente con la propria password) come una partizione del disco. Inoltre vi e` anche la possibilita` di criptare l&#8217;installazione di Windows in toto, similmente a <a href="https://diskcryptor.net/wiki/Main_Page">Diskcryptor</a>.</p>
<p>Quando si crea uno di questi volumi si ha la possibilita` di riservare dello spazio ad un “hidden volume” che avra` una password differente (perfino algoritmi crittografici diversi dal primo volume se lo si richiede). Non si puo` sapere senza conoscere la seconda password se vi e` un volume nascosto aggiuntivo e quando si apre il volume principale esso risultera` avere le dimensioni di tutto l&#8217;archivio criptato e quindi anche riempiendolo di dati il volume nascosto verrebbe sovrascritto, ma la sicurezza dell&#8217;utente preservata. </p>
<p>La crittografia e` la piu` forte arma di cui dispone un cittadino digitale. E` la propria roccaforte contro l&#8217;invasione del cloud, l&#8217;intercettazione delle comunicazioni e soprattutto, la prima difesa che ci protegge dalla NSA.</p>
<p><a href="http://caught-in-thenet.blogspot.it/2015/04/non-abbiamo-nulla-da-nascondere.html">Anche se non abbiamo nulla da nascondere</a></p>
<div style="text-align:right;">
Francesco Mecca 
</div>
</div>
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<div class="posts">
<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/index.php/archives/27">
Defend yourself: crittografia e &#8220;plausible deniability&#8221;
</a>
</h1>
<span class="post-date">22 May 2015</span>
<p>Nel 2000, ben molto prima dello scandalo datagate, prima perfino dell&#8217;attacco alle torri gemelle, il Parlamento inglese approvo` una legge sulla sorveglianza di massa.<br>
Questa legge, intitolata <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Regulation_of_Investigatory_Powers_Act_2000">RIPA</a>, Regulation of Investigatory Powers Act, interviene su come il corpo di polizia puo` condurre le investigazioni telematiche. </p>
<p>Con questa legge viene permesso: </p>
<ul>
<li>l&#8217;accesso ai dati dell&#8217;ISP, in segreto;</li>
<li>monitoraggio indiscriminato delle comunicazioni in transito e delle attivita` online;</li>
<li>permette di non rivelare davanti alla Corte i dati raccolti. </li>
</ul>
<p>L&#8217;aspetto piu` terribile di questa legge in ultimo e` la possibilita`, da parte degli investigatori, di obbligare il sospetto a rivelare le proprie chiavi crittografiche con le quali ha criptato i propri hard disk, i propri messaggi o le email. </p>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left:auto;margin-right:auto;text-align:center;">
<tr>
<td style="text-align:center;">
<a href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/5673d-unclesamlistensin.jpg" style="margin-left:auto;margin-right:auto;"><img border="0" height="640" src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/5673d-unclesamlistensin.jpg?w=225" width="480" /></a>
</td>
</tr>
<tr>
<td class="tr-caption" style="text-align:center;">
Graffito a Columbus, Ohio (foto di <a href="https://secure.flickr.com/photos/jeffschuler/2585181312/in/set-72157604249628154">Jeff Schuler</a>)
</td>
</tr>
</table>
<p>Vi sono due metodi per difendersi da questa che ritengo una orribile prevaricazione:<br>
Il primo e piu` svantaggioso e` il <em>nuke</em>, ovvero l&#8217;eliminazione dei dati: l&#8217;utente rivela una password, non quella per accedere ai dati criptati,ma una che una volta inserita sovrascrive permanentemente le chiavi crittografiche, rendendo cosi` impossibile l&#8217;accesso. </p>
<p>In Linux questa funzione e` implementata da <a href="https://gitlab.com/cryptsetup/cryptsetup/blob/master/README.md">LUKS</a> attraverso una patch distribuita dagli sviluppatori di <a href="https://www.kali.org/tutorials/emergency-self-destruction-luks-kali/">Kali Linux</a>.</p>
<p>Il secondo metodo invece si basa sull&#8217;ingegneria sociale, oltre che su una buona soluzione software.<br>
Un volume crittografico sicuro non ha alcuna firma digitale ed e` indistinguibile da un pugno di dati random. Per questo motivo posso includere un secondo volume all&#8217;interno del primo e proteggere ciascuno di essi con una password differente.</p>
<p>Ad esempio supponiamo che io abbia un volume da due GiB diviso in due sottovolumi da 1 GiB l&#8217;uno. Se dovessi essere interrogato o torturato affinche&#8217; ceda la password, posso fornire la chiave di uno solo dei due volumi, dove non tengo files sensibili ma dati che non possono incriminarmi e cosi` il secondo volume rimane nascosto. Questo sistema di protezione e` nominato: “Plausible Deniability”. </p>
<p>Nel 1997 Julian Assange (il fondatore di <a href="https://wikileaks.org/index.en.html">Wikileaks</a>) insieme a Suelette Dreyfus e Ralf Weinmann ha sviluppato Marutukku, piu` semplicemente chiamato RubberhoseFS, ovvero un insieme di file system che proteggono i dati dell&#8217;utente e forniscono la “deniability”. </p>
<p>Tecnicamente il progetto consiste in varie porzioni di dati criptati che riempiono il drive. Ogni porzione ha la propria password, la propria mappatura e ciascuno una chiave crittografica differente: quando si decritta un pezzo esso appare come l&#8217;intero drive e cosi` non permette di sapere quanti altri volumi con dati differenti sono allocati nell&#8217;hard disk. Lo sviluppo di Rubberhose e` stato interrotto benche` sia disponibile in alpha per Linux, FreeBsd e NetBsd. </p>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float:left;margin-right:1em;text-align:left;">
<tr>
<td style="text-align:center;">
<a href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/0dcb9-truec.jpg" style="clear:left;margin-bottom:1em;margin-left:auto;margin-right:auto;"><img border="0" height="228" src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/0dcb9-truec.jpg?w=300" width="400" /></a>
</td>
</tr>
<tr>
<td class="tr-caption" style="text-align:center;">
Il menu creazione volume di Truecrypt 7.1a su GNU/Linux
</td>
</tr>
</table>
<p>Un altro noto software che implementa la deniability e` <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/TrueCrypt">Truecrypt</a>.<br>
Questo sofware crittografico, coperto da un velo di mistero da quando il 28 maggio 2014 gli sviluppatori hanno <a href="http://r.duckduckgo.com/l/?kh=-1&amp;uddg=http%3A%2F%2Farstechnica.com%2Fsecurity%2F2014%2F05%2Ftruecrypt-is-not-secure-official-sourceforge-page-abruptly-warns%2F">inspiegabilmente</a> terminato lo sviluppo, e` probabilmente uno dei piu` avanzati, sottoposto ad audit, ha dato dimostrazione della sua corretta implementazione crittografica con il caso di Daniel Dantas (<a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Daniel_Dantas_%28entrepreneur%29">Operation Satyagraha)</a>.<br>
Truecrypt permette di creare un volume crittografico che si presenta come un file ma viene gestito, quando aperto correttamente con la propria password) come una partizione del disco. Inoltre vi e` anche la possibilita` di criptare l&#8217;installazione di Windows in toto, similmente a <a href="https://diskcryptor.net/wiki/Main_Page">Diskcryptor</a>.</p>
<p>Quando si crea uno di questi volumi si ha la possibilita` di riservare dello spazio ad un “hidden volume” che avra` una password differente (perfino algoritmi crittografici diversi dal primo volume se lo si richiede). Non si puo` sapere senza conoscere la seconda password se vi e` un volume nascosto aggiuntivo e quando si apre il volume principale esso risultera` avere le dimensioni di tutto l&#8217;archivio criptato e quindi anche riempiendolo di dati il volume nascosto verrebbe sovrascritto, ma la sicurezza dell&#8217;utente preservata. </p>
<p>La crittografia e` la piu` forte arma di cui dispone un cittadino digitale. E` la propria roccaforte contro l&#8217;invasione del cloud, l&#8217;intercettazione delle comunicazioni e soprattutto, la prima difesa che ci protegge dalla NSA.</p>
<p><a href="http://caught-in-thenet.blogspot.it/2015/04/non-abbiamo-nulla-da-nascondere.html">Anche se non abbiamo nulla da nascondere</a></p>
<div style="text-align:right;">
Francesco Mecca 
</div>
</div>
<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/index.php/archives/32">
@ -1035,83 +1115,6 @@
</code></pre></div>
</div>
<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/index.php/archives/46">
La Rete e&#8217; neutrale
</a>
</h1>
<span class="post-date">08 May 2015</span>
<p>Quando ogni giorno ci connettiamo al web lo facciamo con dei presupposti di cui magari non siamo consapevoli, ma che sono alla base della nostra esperienza in rete. </p>
<p>Presupponiamo che possiamo accedere a qualsiasi sito web che desideriamo e che la velocita` a cui accediamo a questo sito web dipenda solamente da quanto paghiamo il nostro provider. Ogni servizio che noi usiamo nel web, che sia lo streaming di video da Youtube, l&#8217;upload di foto su Flickr, l&#8217;invio di piccoli messaggi di testo su qualche IRC e tanto altro, non puo` essere soggetto a discriminazioni da parte di chi fornisce la connessione. Questi sono i principi della Net Neutrality. </p>
<p>Il 26 febbraio scorso FCC (la Commissione Federale per le Comunicazioni negli Stati Uniti) ha riaffermato la validita` di queste regole che in precedenza gli ISP avevano provato ad abolire. Abolire come?</p>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left:auto;margin-right:auto;text-align:center;">
<tr>
<td style="text-align:center;">
<a href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/4a6bf-33d2.png" style="margin-left:auto;margin-right:auto;"><img border="0" height="240" src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/4a6bf-33d2.png" width="400" /></a>
</td>
</tr>
<tr>
<td class="tr-caption" style="text-align:center;">
<a href="http://www.stumbleupon.com/stumbler/billystrans/likes">fonte</a>
</td>
</tr>
</table>
<div class="separator" style="clear:both;text-align:center;">
</div>
<p>Il 23 aprile 2014 era stata lanciata la proposta di introdurre delle “corsie preferenziali” a cui i giganti del web avrebbero potuto abbonarsi per usufruire di una maggiore velocita` di connessione verso i terminali degli utenti.<br>
Costruire delle corsie preferenziali in realta` fornisce la possibilita` di limitare il traffico dei siti non abbonati piuttosto che aumentare la velocita` di connessione di questi ultimi.<br>
Non solo questa possibilita` minerebbe la equality a fondamento del Web ma permetterebbe agli ISP di scegliere quali servizi internet (non solo web!) gli utenti possano utilizzare. </p>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float:left;margin-right:1em;text-align:left;">
<tr>
<td style="text-align:center;">
<a href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/b713a-15574361840_76a0e18aed_o.png" style="clear:left;margin-bottom:1em;margin-left:auto;margin-right:auto;"><img border="0" height="280" src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/b713a-15574361840_76a0e18aed_o.png" width="640" /></a>
</td>
</tr>
<tr>
<td class="tr-caption" style="text-align:center;">
<a href="http://www.digitalsociety.org/2010/03/guest-post-net-neutrality-practical-or-political/">fonte</a> (si ringrazia l&#8217;autore per la disponibilita` alal pubblicazione dell&#8217;immagine)
</td>
</tr>
</table>
<p>Abbiamo gia` avuto dimostrazione che pratiche simili possono avvenire: in Italia <a href="http://www.pcprofessionale.it/2009/09/11/vodafone-limita-il-p2p-e-il-voip-su-rete-mobile/" rel="nofollow" target="_blank">Vodafone</a> limita il traffico p2p degli utenti .<br>
Alcuni <a href="https://trac.torproject.org/projects/tor/wiki/doc/GoodBadISPs" target="_blank">provider</a>, (tra questi la maggior parte ha origine negli USA) nei loro contratti vietano l&#8217;utilizzo di TOR, pena l&#8217;annullamento del contratto stesso. </p>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left:auto;margin-right:auto;text-align:center;">
<tr>
<td style="text-align:center;">
<a href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/ee4a3-3.png" style="margin-left:auto;margin-right:auto;"><img border="0" height="413" src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/ee4a3-3.png" width="640" /></a>
</td>
</tr>
<tr>
<td class="tr-caption" style="text-align:center;">
si ringrazia John Oliver per il grafico, gli utenti di reddit per le aggiunte
</td>
</tr>
</table>
<p>Ancora peggio, <a href="http://www.nytimes.com/2014/02/24/business/media/comcast-and-netflix-reach-a-streaming-agreement.html?_r=0" target="_blank">un anno</a> fa Comcast impose a Netflix (servizio di streaming USA) il pagamento di una notevole cifra, altrimenti avrebbero provveduto a diminuire la banda dedicata al servizio. Effettivamente durante le negoziazioni fra le due aziende Comcast dimostro` il suo potere tagliando la banda destinata al servizio. In questo modo Netflix fu costretto ad accettare le imposizioni del provider per non perdere i propri utenti.Rispetto alle aziende come Google o Facebook o alle agenzie governative, gli ISP hanno il controllo diretto e indiscriminato sulla nostra connessione. Eliminare la Net Neutrality richiede anche che i provider monitorino attivamente la nostra connessione per bloccare o diminuire la banda verso certe destinazioni. </p>
<p>Gli ISP potrebbero richiedere di connettersi obbligatoriamente attraverso i loro servizi senza la possibilita` di utilizzare un canale alternativo criptato: ogni protocollo che garantisce la nostra liberta` nel web (i2p, TOR, Freenet, ma anche semplicemente una VPN) non puo` operare senza le basi della network neutrality.</p>
<div style="text-align:right;">
Francesco Mecca
</div>
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<h1 class="post-title">
<a href="/index.php/archives/46">
La Rete e&#8217; neutrale
</a>
</h1>
<span class="post-date">08 May 2015</span>
<p>Quando ogni giorno ci connettiamo al web lo facciamo con dei presupposti di cui magari non siamo consapevoli, ma che sono alla base della nostra esperienza in rete. </p>
<p>Presupponiamo che possiamo accedere a qualsiasi sito web che desideriamo e che la velocita` a cui accediamo a questo sito web dipenda solamente da quanto paghiamo il nostro provider. Ogni servizio che noi usiamo nel web, che sia lo streaming di video da Youtube, l&#8217;upload di foto su Flickr, l&#8217;invio di piccoli messaggi di testo su qualche IRC e tanto altro, non puo` essere soggetto a discriminazioni da parte di chi fornisce la connessione. Questi sono i principi della Net Neutrality. </p>
<p>Il 26 febbraio scorso FCC (la Commissione Federale per le Comunicazioni negli Stati Uniti) ha riaffermato la validita` di queste regole che in precedenza gli ISP avevano provato ad abolire. Abolire come?</p>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left:auto;margin-right:auto;text-align:center;">
<tr>
<td style="text-align:center;">
<a href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/4a6bf-33d2.png" style="margin-left:auto;margin-right:auto;"><img border="0" height="240" src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/4a6bf-33d2.png" width="400" /></a>
</td>
</tr>
<tr>
<td class="tr-caption" style="text-align:center;">
<a href="http://www.stumbleupon.com/stumbler/billystrans/likes">fonte</a>
</td>
</tr>
</table>
<div class="separator" style="clear:both;text-align:center;">
</div>
<p>Il 23 aprile 2014 era stata lanciata la proposta di introdurre delle “corsie preferenziali” a cui i giganti del web avrebbero potuto abbonarsi per usufruire di una maggiore velocita` di connessione verso i terminali degli utenti.<br>
Costruire delle corsie preferenziali in realta` fornisce la possibilita` di limitare il traffico dei siti non abbonati piuttosto che aumentare la velocita` di connessione di questi ultimi.<br>
Non solo questa possibilita` minerebbe la equality a fondamento del Web ma permetterebbe agli ISP di scegliere quali servizi internet (non solo web!) gli utenti possano utilizzare. </p>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float:left;margin-right:1em;text-align:left;">
<tr>
<td style="text-align:center;">
<a href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/b713a-15574361840_76a0e18aed_o.png" style="clear:left;margin-bottom:1em;margin-left:auto;margin-right:auto;"><img border="0" height="280" src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/b713a-15574361840_76a0e18aed_o.png" width="640" /></a>
</td>
</tr>
<tr>
<td class="tr-caption" style="text-align:center;">
<a href="http://www.digitalsociety.org/2010/03/guest-post-net-neutrality-practical-or-political/">fonte</a> (si ringrazia l&#8217;autore per la disponibilita` alal pubblicazione dell&#8217;immagine)
</td>
</tr>
</table>
<p>Abbiamo gia` avuto dimostrazione che pratiche simili possono avvenire: in Italia <a href="http://www.pcprofessionale.it/2009/09/11/vodafone-limita-il-p2p-e-il-voip-su-rete-mobile/" rel="nofollow" target="_blank">Vodafone</a> limita il traffico p2p degli utenti .<br>
Alcuni <a href="https://trac.torproject.org/projects/tor/wiki/doc/GoodBadISPs" target="_blank">provider</a>, (tra questi la maggior parte ha origine negli USA) nei loro contratti vietano l&#8217;utilizzo di TOR, pena l&#8217;annullamento del contratto stesso. </p>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left:auto;margin-right:auto;text-align:center;">
<tr>
<td style="text-align:center;">
<a href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/ee4a3-3.png" style="margin-left:auto;margin-right:auto;"><img border="0" height="413" src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/ee4a3-3.png" width="640" /></a>
</td>
</tr>
<tr>
<td class="tr-caption" style="text-align:center;">
si ringrazia John Oliver per il grafico, gli utenti di reddit per le aggiunte
</td>
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<p>Ancora peggio, <a href="http://www.nytimes.com/2014/02/24/business/media/comcast-and-netflix-reach-a-streaming-agreement.html?_r=0" target="_blank">un anno</a> fa Comcast impose a Netflix (servizio di streaming USA) il pagamento di una notevole cifra, altrimenti avrebbero provveduto a diminuire la banda dedicata al servizio. Effettivamente durante le negoziazioni fra le due aziende Comcast dimostro` il suo potere tagliando la banda destinata al servizio. In questo modo Netflix fu costretto ad accettare le imposizioni del provider per non perdere i propri utenti.Rispetto alle aziende come Google o Facebook o alle agenzie governative, gli ISP hanno il controllo diretto e indiscriminato sulla nostra connessione. Eliminare la Net Neutrality richiede anche che i provider monitorino attivamente la nostra connessione per bloccare o diminuire la banda verso certe destinazioni. </p>
<p>Gli ISP potrebbero richiedere di connettersi obbligatoriamente attraverso i loro servizi senza la possibilita` di utilizzare un canale alternativo criptato: ogni protocollo che garantisce la nostra liberta` nel web (i2p, TOR, Freenet, ma anche semplicemente una VPN) non puo` operare senza le basi della network neutrality.</p>
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Francesco Mecca
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<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/index.php/archives/47">
@ -406,49 +483,6 @@ L&#8217;attacco avviene attraverso l&#8217;uso di codice Javascript e analizza l
</div>
<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/index.php/archives/60">
Boneless, l&#8217;uomo senza identità che derubò HackBB
</a>
</h1>
<span class="post-date">19 Apr 2015</span>
<p>Tra i molti siti illegali del Deep Web uno molto popolare che si occupa di molte attività illegali, dalla vendita di carte di credito rubate all hacking di personal computer e server, è HackBB che nel 2013 fu soggetto a uno dei pù grossi furti mai avvenuti in rete da parte di un suo amministratore chiamato Boneless.</p>
<div class="separator" style="clear:both;text-align:center;">
</div>
<p>Boneless, guidato da quello che sembrava un&#8217;istancabile desiderio di migliorare i suoi coetanei criminali, era un utente del sito famoso per il contributo che diede per migliorarlo, infatti scrisse  una guida su ogni cosa, da come convertire le carte di credito rubate in soldi a tutto quello che serviva per essere un criminale migliore. Le sue guide erano facili da leggere e scritte in modo informale e  con il tono di un giovane talento che voleva aiutare i suoi studenti e provare la sua superiorità.</p>
<div class="separator" style="clear:both;text-align:center;">
<a href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/704cf-bitcoin-heist.jpg" style="margin-left:1em;margin-right:1em;"><img border="0" height="179" src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/704cf-bitcoin-heist.jpg" width="320" /></a>
</div>
<div class="separator" style="clear:both;text-align:center;">
<span style="font-size:x-small;">foto presa da <a href="http://www.investitwisely.com/weekend-reading-bitcoin-heist-edition/" target="_blank">investitwisely.com</a></span>
</div>
<div class="separator" style="clear:both;text-align:center;">
</div>
<p>Dopo oltre due anni, nei quali scrisse molti manuali, Boneless fu ricompensato. Il fondatore di HackBB, OptimusCrime, decise infatti di promuoverlo a amministratore del sito, permettendogli di bannare utenti, modificare post, curare il sito. Nel 2012 Boneless prese anche il controllo del servizio di deposito di garanzia del sito, un servizio che serviva a due parti anonime per effettuare degli scambi usando una terza parte fidata, in questo caso HackBB, che tenesse i soldi fino a che l&#8217;affare fosse stato portato a termine.</p>
<p>Il 22 Marzo 2013 Boneless rubò tutti i soldi del fondo di garanzia, una somma di denaro ancora oggi ignota, e distrusse parzialmente il database di HackBB, intercettò molti messaggi privati dei membri del sito e li minacciò di diffondere le informazioni di cui era entrato in possesso. OptimusCrime disabilitò l&#8217;account di Boneless e riprese il controllo del sito. Pochi mesi dopo, il 15 Maggio, ci fu un&#8217;altro attacco nel sito dovuto al fatto che Boneless avesse creato, grazie ai suoi poteri di amministratore, una dozzina di account nascosti ai quali era stato concesso lo status di admin, dandogli l&#8217;opportunità di poter entrare nel sito anche dopo che il suo account era stato disabilitato.</p>
<p>Solo dopo molti mesi il proprietario del sito insieme a dei collaboratori fidati riuscirono a fermare gli attacchi. L&#8217;identità di Boneless, tuttavia, non fu mai scoperta poichè non condivise mai nessuna informazione personale ne i metodi che usò per svanire nel nulla.<br>
Secondo alcuni amministartori del sito, tra cui OptimusCrime, Boneless vendette l&#8217;account al miglio offerente che portò avanti gli attacchi  a HackBB, garantendosi così una grossa somma di denaro e l&#8217;anonimato.</p>
<p>fonti[<a href="http://www.dailydot.com/crime/deep-web-boneless-optimuscrime-hackbb-credit-card-fraud/">dailydot.com</a>]</p>
<p>                                                                                                                            Eugenio Corso </p>
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<h1 class="post-title">
<a href="/index.php/archives/60">
Boneless, l&#8217;uomo senza identità che derubò HackBB
</a>
</h1>
<span class="post-date">19 Apr 2015</span>
<p>Tra i molti siti illegali del Deep Web uno molto popolare che si occupa di molte attività illegali, dalla vendita di carte di credito rubate all hacking di personal computer e server, è HackBB che nel 2013 fu soggetto a uno dei pù grossi furti mai avvenuti in rete da parte di un suo amministratore chiamato Boneless.</p>
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<p>Boneless, guidato da quello che sembrava un&#8217;istancabile desiderio di migliorare i suoi coetanei criminali, era un utente del sito famoso per il contributo che diede per migliorarlo, infatti scrisse  una guida su ogni cosa, da come convertire le carte di credito rubate in soldi a tutto quello che serviva per essere un criminale migliore. Le sue guide erano facili da leggere e scritte in modo informale e  con il tono di un giovane talento che voleva aiutare i suoi studenti e provare la sua superiorità.</p>
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<a href="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/704cf-bitcoin-heist.jpg" style="margin-left:1em;margin-right:1em;"><img border="0" height="179" src="http://francescomecca.eu/wp-content/uploads/2015/08/704cf-bitcoin-heist.jpg" width="320" /></a>
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<span style="font-size:x-small;">foto presa da <a href="http://www.investitwisely.com/weekend-reading-bitcoin-heist-edition/" target="_blank">investitwisely.com</a></span>
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<p>Dopo oltre due anni, nei quali scrisse molti manuali, Boneless fu ricompensato. Il fondatore di HackBB, OptimusCrime, decise infatti di promuoverlo a amministratore del sito, permettendogli di bannare utenti, modificare post, curare il sito. Nel 2012 Boneless prese anche il controllo del servizio di deposito di garanzia del sito, un servizio che serviva a due parti anonime per effettuare degli scambi usando una terza parte fidata, in questo caso HackBB, che tenesse i soldi fino a che l&#8217;affare fosse stato portato a termine.</p>
<p>Il 22 Marzo 2013 Boneless rubò tutti i soldi del fondo di garanzia, una somma di denaro ancora oggi ignota, e distrusse parzialmente il database di HackBB, intercettò molti messaggi privati dei membri del sito e li minacciò di diffondere le informazioni di cui era entrato in possesso. OptimusCrime disabilitò l&#8217;account di Boneless e riprese il controllo del sito. Pochi mesi dopo, il 15 Maggio, ci fu un&#8217;altro attacco nel sito dovuto al fatto che Boneless avesse creato, grazie ai suoi poteri di amministratore, una dozzina di account nascosti ai quali era stato concesso lo status di admin, dandogli l&#8217;opportunità di poter entrare nel sito anche dopo che il suo account era stato disabilitato.</p>
<p>Solo dopo molti mesi il proprietario del sito insieme a dei collaboratori fidati riuscirono a fermare gli attacchi. L&#8217;identità di Boneless, tuttavia, non fu mai scoperta poichè non condivise mai nessuna informazione personale ne i metodi che usò per svanire nel nulla.<br>
Secondo alcuni amministartori del sito, tra cui OptimusCrime, Boneless vendette l&#8217;account al miglio offerente che portò avanti gli attacchi  a HackBB, garantendosi così una grossa somma di denaro e l&#8217;anonimato.</p>
<p>fonti[<a href="http://www.dailydot.com/crime/deep-web-boneless-optimuscrime-hackbb-credit-card-fraud/">dailydot.com</a>]</p>
<p>                                                                                                                            Eugenio Corso </p>
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<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/index.php/archives/66">
@ -435,41 +478,6 @@ Il payload è un tipo di shellcode, ovvero un piccolo pezzo di codice, che sfrut
</div>
<div class="post">
<h1 class="post-title">
<a href="/index.php/archives/78">
Tempo di elezioni
</a>
</h1>
<span class="post-date">12 Apr 2015</span>
<blockquote class="tr_bq">
<div style="text-align:center;">
<span style="color:#555555;display:inline !important;float:none;font-family:Helvetica, Arial, Helvetica, Geneva, sans-serif;font-style:normal;font-variant:normal;font-weight:normal;letter-spacing:normal;line-height:20px;text-align:left;text-indent:0;text-transform:none;white-space:normal;widows:1;word-spacing:0;"><span style="font-size:large;"><i>&#8220;Lutilizzo dei bambini per fini politici? Piuttosto abietto. </i></span></span>
</div>
<div style="text-align:center;">
<span style="color:#555555;display:inline !important;float:none;font-family:Helvetica, Arial, Helvetica, Geneva, sans-serif;font-style:normal;font-variant:normal;font-weight:normal;letter-spacing:normal;line-height:20px;text-align:left;text-indent:0;text-transform:none;white-space:normal;widows:1;word-spacing:0;"><span style="font-size:large;"><i>Perfino più abietto di quello degli agnellini imbracciati in periodo pasquale. Peggio di Giorgia Meloni immortalata dal verduraio o di Fassino che fissa lo schermo di un computer spento. Ma a parte questo la bimba bionda in questa foto sembra il cappello nero di Magritte: ruba la scena, segna con un gesto forse involontario il ridicolo che appesantisce laria.&#8221;</i></span></span>
</div>
</blockquote>
<div style="text-align:right;">
<a href="http://mantellini.it/" target="_blank">Massimo Mantellini</a>
</div>
<div class="separator" style="clear:both;text-align:center;">
<a href="http://www.mantellini.it/wp-content/uploads/2015/04/Schermata-2015-04-10-alle-23.55.01-600x507.jpg" style="margin-left:1em;margin-right:1em;"><img border="0" src="http://www.mantellini.it/wp-content/uploads/2015/04/Schermata-2015-04-10-alle-23.55.01-600x507.jpg" height="270" width="320" /></a>
</div>
<div class="separator" style="clear:both;text-align:center;">
<a href="http://www.mantellini.it/wp-content/uploads/2015/04/Schermata-2015-04-05-alle-18.14.54.jpg" style="margin-left:1em;margin-right:1em;"><img border="0" src="http://www.mantellini.it/wp-content/uploads/2015/04/Schermata-2015-04-05-alle-18.14.54.jpg" height="251" width="320" /></a>
</div>
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Titolo &middot; Caught in the Net
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<div class="post">
<h1 class="post-title">Titolo</h1>
<span class="post-date">11 Jan 2017</span>
<p>Non sono una persona che va ai concerti. </p>
<p>La registrazione in studio esplicita i processi logici che l&#39;artista segue per arrivare al processo di consegna e questo mi ha sempre affascinato, in maniera assai maggiore della carica emotiva sprigionata da un concerto di notte.</p>
<p>Ma ci sono due artisti, Dale Crover dei Melvins e Jeff Mangum le cui performance live sono state per me, come spettatore, in qualche modo epifaniche.</p>
<p>Milano, dicembre del 2015, i Melvins stanno concludendo il loro piú recente tour in Europa quando Jeff Pinkus lascia cadere il basso sul pavimento, regola gli effetti sulla pedaliera e lo prende a calci finché non produce la giusta ripetizione di suoni. Lentamente ciascun musicista si allontana dal palco, il basso insistente, ancora a terra.</p>
<p>Quell&#39;esecuzione mi fece riflettere sui processi di produzione che dominano la nostra comunicazione.
Possiamo immaginarci delle fasi. La prima é quella di <strong>sperimentazione</strong> che é tanto piú ovvia quanto immediata e involontaria.</p>
<p>La seconda é quella del <strong>superamento</strong>. Superamento é la consapevolezza che il brano composto oggi verrá suonato diversamente domani, é la ragion d&#39;essere delle bozze, anche quando infinite.</p>
<p>La terza e quella piú importante per comprendere le dinamiche di rete é la <strong>dissipazione</strong>.
Attraverso la <em>dissipazione</em> l&#39;opera, che fissata nel momento aveva acquisito una propria dimensione di senso, é costretta a ripiegarsi su se stessa, vana si perde a cause dell&#39;assenza di memoria.</p>
<h2 id="le-dinamiche-della-rete">Le dinamiche della Rete</h2>
<p>In rete l&#39; <strong>accanimento</strong> si sostituisce alla <em>dissipazione</em>.</p>
<p>L&#39; <em>accanimento</em> é il motivo per cui qualche migliaio di uomini di qualsiasi fattura sociale si riuniscono in <a href="http://archive.is/g6wDr#selection-989.483-989.484">gruppi</a> e condividono foto delle loro mogli, fidanzate e qualche amica. Non c&#39;é nessuno scandalo nella foto in sé, sono scatti quotidiani spesso &quot;rubati&quot; dagli stessi profili delle donne riprese.</p>
<p>Ne ha parlato <a href="http://espresso.repubblica.it/inchieste/2017/01/17/news/stupro-su-facebook-ecco-cosa-si-dicono-gli-uomini-che-umiliano-le-donne-1.293546">Repubblica</a>, se ne é parlato su <a href="https://www.reddit.com/r/italy/comments/5nqtgt/una_ragazza_su_facebook_ha_denunciato_lesistenza/">reddit</a>, perfino <a href="http://i.imgur.com/Of41aQ0.jpg">Mentana</a> nella sua ridicola posizione da cavaliere bianco di Facebook ha urlato contro questo fenomeno.</p>
<p>Fenomeno che dal mio punto di vista nasce da una difficoltà di alcuni abitanti della rete ad affrontare l&#39;assenza di dissipazione nella comunicazione online.</p>
<p>Le macchine non ricordano eppure non smettono di ricordarci, anzi invadono il nostro spazio in rete con un continuo susseguirsi di foto e momenti di vita delle altre persone.
Gli algoritmi non seguono il pacato moto del nostro tempo online e anzi lo spezzano, lo frammentano in attimi che hanno il ritmo di un giro della rotella del mouse, lo scorrere di un pollice.</p>
<h2 id="ignorare-per-dimenticare">Ignorare per dimenticare</h2>
<p>Quando Internet, almeno nel mio immaginario, era una terra desolata frequentata da meno di &quot;un miliardo di iscritti&quot;, definivo i troll come utenti piú o meno sveglio che cercano di distruggere una community online inflitrandola e seminando odio fra gli utenti. </p>
<p>In un mondo dove i troll usano il proprio nome e cognome fra le pagine di un&#39;azienda americana preferisco pensare che i troll non sono altro che alla ricerca di attenzione o di un senso di comunità piú o meno sano.</p>
<p>E` per questo motivo che su 4chan si é passati gradualmente dal postare: &quot;Do not feed the trolls&quot; a &quot;Don&#39;t bait&quot;, in riferimento ad una <a href="https://en.wikipedia.org/wiki/Trolling_(fishing)">vecchio tecnica di pesca</a>.</p>
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